Le Cause dell'Inflazione - Tg1 RAI1 - Pietro Paganini non ripete

Le Cause dell’Inflazione – Tg1 RAI1 – Pietro Paganini

L’inflazione sale e si fa sentire pesantemente sul cartello della spesa delle famiglie. Quali sono le ragioni e quali sono le conseguenze per i cittadini e cosa può essere fatto. 
Sono gli argomenti e le domande che ho provato a rispondere in modo chiaro e semplice durante il Tg1 di Rai 1 della mattina che va in onda dalle 7 alle 9 am. 
 
Il programma è condotto da Senio Bonini e Isabella Romano
 
Qui puoi rivedere tutta la puntata >>> Il mio intervento è alle 7.19 am Suggerisco di guardare con attenzione il servizio in cui si spiegano le dinamiche del prezzo del gas. 
Mentre qui puoi rivedere il mio intervento. Come tutti gli interventi durante i Tg, anche gli approfondimenti, sono molto brevi. 
 
 
 

Le Cause dell’Inflazione

  • Questa è una sintesi del mio intervento in poche parole. Qui sotto poi, ho aggiunto una mia analisi di qualche settimana fa in cui spiego le dinamiche del prezzo delle materie prime e in particolare del gas. Non ho scoperto nulla di rivoluzionario, semplicemente ho scomposto la filiera di produzione del gas per individuare dove si annidano gli aumenti e chi avvantaggiano. 

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  • L’inflazione sale a causa dei soliti fattori di cui abbiamo molto parlato:
  • La ripresa economica post Pandemia covid ha aumentato la domanda di beni. La bassa offerta dovuta alla improvvisa ripresa spinge i prezzi in alto.
  • La lenta offerta è aggravata da tre problemi: approvvigionamenti lenti e colli di bottiglia (continui lockdown in Cina), tensioni geopolitiche e guerra in Ucraina, problemi climatici. 
  • In Italia l’inflazione non è da domanda interna ma importata. La domanda è cresciuta ma di poco.

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  • Gli interventi sono sempre gli stessi, e di politica monetaria. Quindi si ricorrerà a ulteriore rialza tasse interesse. 
  • Si rischia però stagflazione, aumento prezzi con crescita lenta o in recessione. 

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Le Cause dell’Inflazione – Tg1 RAI1 – Pietro Paganini

Abbiamo affrontato anche le dinamiche del prezzo del gas per cui riporto questa mia analisi per il Paganini non Ripete 262 del 3 Luglio 2022 >>>
 
COSA SUCCEDE?   Il prezzo del gas si è impennato nell’ultimo anno, alternando leggere discese. Il conflitto in Ucraina ha sicuramente amplificato l’aumento galvanizzando la speculazione (+60% a Giugno 2022). 
Gli speculatori sono prevalentemente in Occidente. Mettere un tetto al prezzo può essere una soluzione (che gli USA invocano). 
  • Non è ancora chiaro come funzionerebbe. 
  • Rappresenta inoltre, un pericoloso precedente che potrebbe avere conseguenze inintenzionali e imprevedibili contro la logica del mercato libero
Prima di qualsiasi intervento è urgente comprendere le dinamiche della speculazione nel mercato delle materie prime. 

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COME FUNZIONA   Le dinamiche di domanda e offerta delle materie prime, come il gas e il petrolio, attirano l’interesse degli investitori industriali e finanziari. 
  • I primi investono nei processi di produzione e distribuzionei secondi investono nei primi ma anche nell’acquisto e vendita (intangibile) delle materie prime
  • Il comportamento dei primi aumenta o diminuisce il prezzo gradualmente, l’atteggiamento dei secondi può far crollare o schizzare verso l’alto il prezzo in pochissimo tempo (come nel caso del gas). 

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PERCHÉ È IMPORTANTE?   Comprendere le dinamiche che governano il prezzo delle materie prime aiuta a produrre in modo sostenibile. 
  • Si tutelano le dinamiche del libero mercato, e cioè gli interessi dei produttori investitori e dei consumatori. 
  • Servono delle regole che aiutino la mano invisibile a favorire gli investimenti (è l’innovazione) e i consumi. 
NEL MERCATO NATURALE   delle materie prime il prezzo è determinato dal rapporto tra la domanda e l’offerta e in particolare dai costi di produzione. 
  • Nel caso del gas si tratta degli investimenti per identificare i giacimenti, i costi di estrazione, le infrastrutture per la distribuzione e la gestione. 
  • Una volta arrivato al mercato (naturale) il prezzo del gas sale e scende in funzione della domanda di chi lo compra, sia esso il gestore della rete, sia il consumatore finale. 

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IL MERCATO ARTIFICIALE   Con l’evoluzione esponenziale del mercato artificiale finanziarioal mercato si presentano anche soggetti nuovi. Alcuni (trader) influenzano le dinamiche di domanda e offerta intermediando tra chi produce e chi compra. 
  • Hanno interesse a operare per comprare a poco e vendere a tanto. 
Altri invece, scommettono sul prezzo futuro comprando (virtualmente) quantità più o meno importanti di gas che poi rivenderanno ad altri compratori
  • Scommettono sulla base di esperienza e conoscenze del mercato delle materie prime e dei fattori che lo influenzano (clima, guerre, domanda, etc.). E a loro volta hanno interesse a influenzare questi fattori per spingere il prezzo in alto.
  • Scommettono di comprare a poco e vendere a tanto. 
  • Scommettono senza mai andare al mercato e toccare in qualche modo la merce. Infatti, siglano contratti nel futuro con il prezzo che la merce avrà in un preciso momento nel futuro.  
La loro scommessa è finanziata (e assicurata) da tanti altri investitori che gli prestano danaro (virtuale) perché credono nella bontà delle loro scelte. 
  • Queste scommesse non si fanno al mercato naturale (fisico) ma ai mercati finanziari progettati per questo tipo di operazioni. Sono le borse delle materie prime. 

RILEGGI IL PAGANINI NON RIPETE 258: CARICA E RICARICA >>>

BUONA E CATTIVA   La speculazione del mercato finanziario non sarebbe negativa se a guadagnarci sono anche gli operatori del mercato naturale, e anche i consumatori finali. Ci guadagna tutta la filiera. 

RILEGGI IL PAGANINI NON RIPETE 257: NON SPRECARE >>>

MA…   In questa fase storica però, ci guadagnano solo i mercati finanziari e qualche operatore (vedi ENI).  Un intervento è quindi necessario per far si che gli investimenti di tutti gli operatori e il potere di acquisto dei consumatori (vale a dire dei cittadini) sia tutelato. 
 
IL TETTO AL PREZZO?   Per alcuni è sufficiente mettere un tetto al prezzo del gasNon è chiaro come e dove lungo questa complessa filiera di soggetti che partecipano al mercato del gas si possa applicare il tetto. 
  • Fatichiamo anche a prevedere le conseguenze inintenzionali di questa proposta. Non riusciamo proprio perché è talmente tanto articolata che è difficile capire a chi possa giovare. 
  • Piace agli USA e al Governo italiano che però si è dimenticato di spiegarla ai cittadini. 
  • Non piace ai paesi del Nord Europa (molti speculatori sono proprio in Nord Europa e USA). 
Certamente il tetto rappresenterebbe un pericoloso precedente di ingerenza, soprattutto se la logica del suo funzionamento non è ben spiegata. 

RILEGGI IL PAGANIN NON RIPETE 256: POSSIAMO ESPORTARE LA LIBERTÀ >>>

ALTRI GOVERNIhanno praticato strade diverse con altre materie prime. Per esempio, hanno bloccato le esportazioni di grano e zucchero (parzialmente, in India), e olio di palma (per un mese, in Indonesia). 
  • Pensano di far scendere il prezzo scoraggiando la speculazione influenzata dal mercato internazionale. Per gli operatori è infatti, meglio vendere all’estero a prezzi di mercato o in casa a prezzi calmierati. O addirittura è meglio manipolare la distribuzione per alzare i prezzi e vendere al mercato nero.
  • È stata una scelta di equità sociale in paesi in cui la distribuzione è lunghissima e frammentata, con tanti intermediari. 
  • Hanno dimostrato di aver colto il problema, seppure non riescono a risolverlo sennonché con interventi drastici ma inutili nel lungo periodo. 

RILEGGI IL PAGANINI NON RIPETE 255: IL PIANO PER SOPRAVVIVERE >>>

IL GOVERNO ITALIANO   sta introducendo una tassa (del 10%) sui profitti che derivano dal maggiore prezzo che si forma sul mercato (italiano) rispetto al prezzo di ingresso. 
  • La scelta è intelligente ma può poco se il prezzo in ingresso è già alto.
  • Il problema è evidentemente internazionale e non nazionale. 
E stride con la richiesta del Primo Ministro di mettere il tetto al prezzo. 
Il Governo dovrebbe impegnarsi a promuovere questa tassazione più elevata sui profitti tra i membri della UE. Non lo fa, perché?

RILEGGI IL PAGANINI NON RIPETE 254: LA SOLITUDINE DELL’OCCIDENTE  >>>

CHE FARE?   In Occidente continuiamo a illuderci che il problema del prezzo delle materie prime sia il conflitto in Ucraina e la perfidia della Russia. Dovremmo invece studiare bene le filiere per capire dove si annida la speculazione cattiva e scoraggiarla. Altrimenti ci dimostriamo liberali e democratici a parole, ma nei fatti siamo peggio delle oligarchie. 
  • UE (lo sta per fare) e Governo italiano devono studiare le filiere delle materie prime;
  • devono spiegarle a noi cittadini così che possiamo comprendere le dinamiche dei mercati che ci riguardano;
  • devono smettere di accusare i vicini quando i primi responsabili sono a casa nostra;
  • devono intervenire per scoraggiare la speculazione negativa.
Se vogliamo esportare la democrazia con i mercati e il commercio (e non con la NATO) dobbiamo dimostrare di essere Liberali nei comportamenti. 
 
 
 
https://www.raiplay.it/video/2022/08/Tgunomattina—in-collaborazione-con-day-b0a558d6-accd-4fda-98d1-871a19bc8d3b.html
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PNR