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Basta Speculare Il Mercato Artificiale delle Materie Prime – Paganini non Ripete 262 – Pietro Paganini

Il prezzo del gas continua a saliere. Perché? Dove stanno gli speculatori? Prima di qualsiasi intervento per calmierarlo è urgente comprendere le dinamiche del mercato delle materie prime. Un tetto al prezzo risolve il problema? E un intervento fiscale su scala globale?
L’azione del Governo Italiano (extra contributi e extra profitti) contrasta con quanto profetizza il Primo Ministro, perché?

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Basta Speculare Il Mercato Artificiale delle Materie Prime

COSA SUCCEDE?   Il prezzo del gas si è impennato nell’ultimo anno, alternando leggere discese. Il conflitto in Ucraina ha sicuramente amplificato l’aumento galvanizzando la speculazione (+60% a Giugno 2022). 
Gli speculatori sono prevalentemente in Occidente. Mettere un tetto al prezzo può essere una soluzione (che gli USA invocano). 
  • Non è ancora chiaro come funzionerebbe. 
  • Rappresenta inoltre, un pericoloso precedente che potrebbe avere conseguenze inintenzionali e imprevedibili contro la logica del mercato libero
Prima di qualsiasi intervento è urgente comprendere le dinamiche della speculazione nel mercato delle materie prime. 

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COME FUNZIONA   Le dinamiche di domanda e offerta delle materie prime, come il gas e il petrolio, attirano l’interesse degli investitori industriali e finanziari. 
  • I primi investono nei processi di produzione e distribuzione, i secondi investono nei primi ma anche nell’acquisto e vendita (intangibile) delle materie prime
  • Il comportamento dei primi aumenta o diminuisce il prezzo gradualmente, l’atteggiamento dei secondi può far crollare o schizzare verso l’alto il prezzo in pochissimo tempo (come nel caso del gas). 

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PERCHÉ È IMPORTANTE?   Comprendere le dinamiche che governano il prezzo delle materie prime aiuta a produrre in modo sostenibile. 
  • Si tutelano le dinamiche del libero mercato, e cioè gli interessi dei produttori investitori e dei consumatori. 
  • Servono delle regole che aiutino la mano invisibile a favorire gli investimenti (è l’innovazione) e i consumi. 
NEL MERCATO NATURALE   delle materie prime il prezzo è determinato dal rapporto tra la domanda e l’offerta e in particolare dai costi di produzione. 
  • Nel caso del gas si tratta degli investimenti per identificare i giacimenti, i costi di estrazione, le infrastrutture per la distribuzione e la gestione. 
  • Una volta arrivato al mercato (naturale) il prezzo del gas sale e scende in funzione della domanda di chi lo compra, sia esso il gestore della rete, sia il consumatore finale. 

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IL MERCATO ARTIFICIALE   Con l’evoluzione esponenziale del mercato artificiale finanziario, al mercato si presentano anche soggetti nuovi. Alcuni (trader) influenzano le dinamiche di domanda e offerta intermediando tra chi produce e chi compra. 
  • Hanno interesse a operare per comprare a poco e vendere a tanto. 
Altri invece, scommettono sul prezzo futuro comprando (virtualmente) quantità più o meno importanti di gas che poi rivenderanno ad altri compratori
  • Scommettono sulla base di esperienza e conoscenze del mercato delle materie prime e dei fattori che lo influenzano (clima, guerre, domanda, etc.). E a loro volta hanno interesse a influenzare questi fattori per spingere il prezzo in alto.
  • Scommettono di comprare a poco e vendere a tanto. 
  • Scommettono senza mai andare al mercato e toccare in qualche modo la merce. Infatti, siglano contratti nel futuro con il prezzo che la merce avrà in un preciso momento nel futuro.  
La loro scommessa è finanziata (e assicurata) da tanti altri investitori che gli prestano danaro (virtuale) perché credono nella bontà delle loro scelte. 
  • Queste scommesse non si fanno al mercato naturale (fisico) ma ai mercati finanziari progettati per questo tipo di operazioni. Sono le borse delle materie prime. 

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BUONA E CATTIVA   La speculazione del mercato finanziario non sarebbe negativa se a guadagnarci sono anche gli operatori del mercato naturale, e anche i consumatori finali. Ci guadagna tutta la filiera. 

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MA…   In questa fase storica però, ci guadagnano solo i mercati finanziari e qualche operatore (vedi ENI).  Un intervento è quindi necessario per far si che gli investimenti di tutti gli operatori e il potere di acquisto dei consumatori (vale a dire dei cittadini) sia tutelato. 
 
IL TETTO AL PREZZO?   Per alcuni è sufficiente mettere un tetto al prezzo del gas. Non è chiaro come e dove lungo questa complessa filiera di soggetti che partecipano al mercato del gas si possa applicare il tetto. 
  • Fatichiamo anche a prevedere le conseguenze inintenzionali di questa proposta. Non riusciamo proprio perché è talmente tanto articolata che è difficile capire a chi possa giovare. 
  • Piace agli USA e al Governo italiano che però si è dimenticato di spiegarla ai cittadini. 
  • Non piace ai paesi del Nord Europa (molti speculatori sono proprio in Nord Europa e USA). 
Certamente il tetto rappresenterebbe un pericoloso precedente di ingerenza, soprattutto se la logica del suo funzionamento non è ben spiegata. 

RILEGGI IL PAGANIN NON RIPETE 256: POSSIAMO ESPORTARE LA LIBERTÀ >>>

ALTRI GOVERNIhanno praticato strade diverse con altre materie prime. Per esempio, hanno bloccato le esportazioni di grano e zucchero (parzialmente, in India), e olio di palma (per un mese, in Indonesia). 
  • Pensano di far scendere il prezzo scoraggiando la speculazione influenzata dal mercato internazionale. Per gli operatori è infatti, meglio vendere all’estero a prezzi di mercato o in casa a prezzi calmierati. O addirittura è meglio manipolare la distribuzione per alzare i prezzi e vendere al mercato nero.
  • È stata una scelta di equità sociale in paesi in cui la distribuzione è lunghissima e frammentata, con tanti intermediari. 
  • Hanno dimostrato di aver colto il problema, seppure non riescono a risolverlo sennonché con interventi drastici ma inutili nel lungo periodo. 

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IL GOVERNO ITALIANO   sta introducendo una tassa (del 10%) sui profitti che derivano dal maggiore prezzo che si forma sul mercato (italiano) rispetto al prezzo di ingresso. 
  • La scelta è intelligente ma può poco se il prezzo in ingresso è già alto.
  • Il problema è evidentemente internazionale e non nazionale. 
E stride con la richiesta del Primo Ministro di mettere il tetto al prezzo. 
Il Governo dovrebbe impegnarsi a promuovere questa tassazione più elevata sui profitti tra i membri della UE. Non lo fa, perché?

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CHE FARE?   In Occidente continuiamo a illuderci che il problema del prezzo delle materie prime sia il conflitto in Ucraina e la perfidia della Russia. Dovremmo invece studiare bene le filiere per capire dove si annida la speculazione cattiva e scoraggiarla. Altrimenti ci dimostriamo liberali e democratici a parole, ma nei fatti siamo peggio delle oligarchie. 
  • UE (lo sta per fare) e Governo italiano devono studiare le filiere delle materie prime;
  • devono spiegarle a noi cittadini così che possiamo comprendere le dinamiche dei mercati che ci riguardano;
  • devono smettere di accusare i vicini quando i primi responsabili sono a casa nostra;
  • devono intervenire per scoraggiare la speculazione negativa.
Se vogliamo esportare la democrazia con i mercati e il commercio (e non con la NATO) dobbiamo dimostrare di essere Liberali nei comportamenti. 

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