Uno Mattina – Rai 1: Tuteliamo l’efficienza del lavoro

Alla luce di quanto emerso dalla bozza della riforma del pubblico impiego, risulta necessario focalizzarsi sull’efficienza del lavoro. Negli ultimi anni il nostro Paese ha perso produttività a causa delle gravissime lacune nel settore digitale, è evidente che abbiamo una bassa capacità di rendere efficiente il lavoro non a caso fatichiamo a premiare il merito. Questo è dovuto alla poca flessibilità che abbiamo nel valorizzare forme nuove di lavoro, tendiamo ancora a pagare il lavoro per ora lavorata quando invece avrebbe più senso soffermarsi sulla rapidità ed efficacia del lavoro svolto.

La tassazione sul lavoro, scarsa digitalizzazione, poca efficienza: tutto questo rende instabile e precario il mercato del lavoro. Quello che attende i giovani italiani sarà un mercato del lavoro entra/esci, in cui le competenze guadagnate a scuola risulteranno già vecchie ed obsolete non appena si tenterà di affacciarsi nel sistema. La fascia dei cinquantacinquenni che oggi hanno perso il lavoro, nel medio periodo si scorcerà verso frange di popolazione più giovane, come i trentenni, persone a cui si richiederà una formazione del tutto nuova per sfidare la competizione lavorativa di un mercato in costante trasformazione.

Questo deve esserci di lezione. Le imprese devono tornare nelle scuole e le scuole devono avvicinarsi alle imprese.

Con la nuova riforma del pubblico impiego si dovrebbe limitare il merito ad alcuni e non a tutti alla luce di obiettivi raggiunti che, ragionevolmente non potranno essere soddisfatti da chiunque. E’ un efficientamento della spesa che nel pubblico, come già avviene nel privato, deve spingere i dipendenti a fare sempre meglio.

Agorà – Rai3: Il costo di accettare la corruzione

Nei giorni dell’ira non bisogna lasciarsi trasportare dalla pancia, ma occorre farsi guidare da riflessioni strutturate su problemi reali. Come la questione del reddito di cittadinanza, di cui si sta ricominciando a parlare in diverse parti del mondo e su cui vorrei fare chiarezza. Il reddito di cittadinanza è un sussidio universale e non condizionato: in altri termini lo ricevono tutti quanti, per un tempo indefinito e indipendentemente dalla loro ricchezza o da altri redditi che percepiscono. Altra cosa invece è il reddito minimo garantito, che un programma universale e condizionato, nel senso che le sue regole determinano chi può avere diritto al sussidio e chi no. Il reddito di cittadinanza non esiste praticamente in nessun paese del modo, mentre il reddito minimo è molto usato in Europa e, come sempre, ha i suoi sostenitori e i suoi detrattori. Il reddito di cittadinanza ha un solo grande problema: è costosissimo. Il reddito minimo garantito, invece, è molto più economico, ma è difficile fare una stima esatta. Essendo una misura “condizionata”, bisognerebbe capire quali sono le regole che lo farebbero scattare prima di poter ipotizzare il suo costo.

Altro nodo cruciale su cui ho riflettuto questa mattina ad Agorà, ospite di Serena Bortone, è il costo della corruzione in Italia. Non esistono delle stime precise – si parla di decine di miliardi – ma ciò che è sicuro è che la criminalità si annida e si insinua fra le maglia di una burocrazia lentissima e complicata. E così si spacca il Paese, tra opere che vengono realizzate in trasparenza, altre che non vengono realizzate per niente, altre ancora che sono state tirate su tra l’incompetenza e la sciatteria. Non fingiamo però di non capire quale sia il grande problema: una sottaciuta cultura dell’accettazione che alimenta la criminalità e l’approssimazione.

(e)Labora, per un lavoro equo ed innovativo

L’associazione Lavoro&Welfare, presieduta dal presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, ha organizzato la quarta edizione della Summer School il 15, 16 e 17 luglio a Rimini, presso l’hotel La Gradisca. Il titolo della tre giorni è (e)Labora: lavoro, innovazione, equità. Il programma, suddiviso per sessioni mattutine e pomeridiane, ha affrontato argomenti diversi fra i quali le pensioni, il lavoro, il turismo, la Fabbrica 4.0, lo sport e la Brexit. All’iniziativa hanno preso parte in qualità di relatori esponenti del mondo politico, del mondo universitario e degli enti locali insieme a diverse testimonianze del mondo del lavoro e delle imprese. Tra questi, oltre a Cesare Damiano, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Tommaso Nannicini, la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, gli assessori regionali Emma Petitti e Andrea Corsini, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi insieme ad altri sindaci di zona, gli onorevoli Tiziano Arlotti, Patrizia Maestri, Antonella Incerti, Daniela Sbrollini e Iosefa Idem che insieme a Damiano Tommasi, ex calciatore della Roma e presidente della Aic, ha parlato di sport e lavoro. L’attività di formazione politica è l’obiettivo principale dell’Associazione Lavoro&Welfare. La diffusione della cultura del lavoro resta l’unico strumento utile per superare le difficoltà e le disuguaglianze sociali che l’attuale situazione di crisi ci pone di fronte ogni giorno. Sono felice di aver preso parte alla quarta edizione delle Summer School a Rimini perché oltre a essere un luogo rinomato, offre come territorio molti spunti di riflessione utili al dibattito.

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