Agorà – Rai3 – Addio ad Equitalia, ma tra il dire e il fare…

Per dire addio ad Equitalia serviranno almeno sei mesi. Il percorso tracciato porta a un’internazionalizzazione della riscossione all’interno dell’agenzia delle Entrate per far “cambiare verso” anche al riscossore: più compliance e meno intrusione. Un’agenzia delle Entrate non nella versione come la conosciamo adesso. Sarà infatti un ente rinnovato secondo le indicazioni arrivate da Fmi e Ocse nei rapporti consegnati lo scorso mese di luglio al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. In sostanza, sarà garantita una maggiore autonomia gestionale. Una soluzione che dovrebbe consentire di superare anche i problemi legati all’incorporazione dell’attuale personale di Equitalia (sono circa 8mila i dipendenti), che hanno un inquadramento contrattuale “ereditato” dalle vecchie esattorie degli istituti di credito e finanziari. Per molti di questi poi ci sarebbe anche la questione dell’ingresso nel perimetro della Pa senza aver superato.

Il mio intervento questa mattina ad Agorà, ospite di Gerardo Greco.

Omnibus – La7: Se il settore bancario non ci dà pace

Circa un anno fa, per le quattro banche salvate – CariFerrara, Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti – alcune grandi banche hanno partecipato attivamente al loro salvataggio attraverso il Fondo di Risoluzione. Questo ha comportato però l’introduzione, nei conti corrente dei propri clienti, alcuni aggravi che hanno fatto discutere le associazioni dei consumatori e non solo. Al di là però del concetto di bail in, è giusto che a fare le spese dei disastri del sistema siano sempre i correntisti? E’ eticamente accettabile questo?

Il settore bancario negli ultimi mesi sta attraversando non poche trasformazioni nella più completa immobilità dei banchieri. Inoltre non aiuta far finta di dimenticare che la questione spinosa dei salvataggi non si esaurisce con i quattro piccoli istituti sopra menzionati, ma si allarga a macchia d’olio se si accenna al Monte dei Paschi. Ecco come da una semplice analisi geografica ci si rende conto che le banche maggiormente colpite sono istituti che occupano zone del Centro Italia, dove la politica – tradizionalmente di sinistra – si mischia e si intreccia con dinamiche differenti.

Ad ogni modo, il timore generale è che ci sia un ulteriore capitolo in questa vicenda, con epiloghi non dissimili da quelli sperimentati nei mesi scorsi. L’eccesso di regole e di norme finisce con il pesare sulle banche che, a loro volta, si rivalgono sui correntisti, e il tutto in piena conformità della legge. Bisogna dire che sull’Italia grava lo scarso peso politico che abbiamo in Europa e l’assenza di uomini forti nei board della BCE: questo ci ha rallentato facendoci perdere del tempo prezioso. Chi ha pagato l’intempestività di certi provvedimenti sono stati i clienti e i lavoratori.

Agorà – Rai3: Partita a dati: stabilità e fiscalità

La prossima settimana arriva in Consiglio dei Ministri la Legge di Stabilità, legge che deve essere elaborata con molta cura – è quello che chiede anche Bankitalia – soprattutto perché cresceremo meno del previsto il prossimo anno. Perché? Tra i tanti fattori ce n’è uno da attenzionare maggiormente, le famiglie italiane spendono meno e consumano meno a causa di un clima di incertezza generale.

Ce lo dicono chiaramente i dati dell’Istat, con riferimento al secondo trimestre di quest’anno. Le famiglie italiane sono riuscite ad ottenere un maggiore potere d’acquisto, aumentano cioè il reddito reale, che sale al 2,9%, tuttavia stanno riducendo i consumi, perché preoccupate per il futuro, aumentando così la propensione al risparmio. I soldi che le famiglie italiane non spendono quest’anno vengono messi in banca, ma c’è un elemento: il costo dei servizi bancari è molto aumentato a causa del salvataggio di quattro banche nei mesi scorsi. Questo salvataggio ha comportato un aumento dei costi per tante banche che hanno dovuto finanziare il fondo di garanzia, intervenendo con un ritocco dei prezzi dei conti correnti.

Altra questione sono i paesi a fiscalità agevolata. E’ recentemente scoppiata una polemica contro il Governo per cui sarebbero state abolite le cosiddette blacklists. In realtà non è stato abilito assolutamente nulla. Quello che è stato fatto, a mio avviso giustamente, dal Governo è stata un’operazione volta ad introdurre la possibilità di dedurre beni acquistati in paesi con fiscalità agevolata, garantendo in questo modo la massima equità.

5G: Il futuro si costruisce adesso

Si è svolto giovedì 22 settembre, presso l’auditorium della Consap, la tavola rotonda 5G – Il futuro è adesso promossa dalla Fondazione Luigi Einaudi, di cui sono Direttore Generale. Sono intervenuti nel dibattito, moderato da Mauro Masi, il Sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Simona Vicari, Luis Orellana, Cinzia Bonfrisco, Claudio Leporelli.

L’evento ha riunito Governo, Parlamento, aziende del settore e illustri scienziati per discutere e confrontarsi sul tema dell’innovazione legata al 5G, contribuendo a stimolare un interessante dibattito politico. L’impatto delle proposte sul sistema industriale e su quello produttivo sono estremamente importanti sia nei principali settori verticali – auto, trasporti, sanità, energia, media, intrattenimento – sia per le piccole-medie imprese con produzioni specializzate e su scala meno ampia. L’Italia, all’interno della cornice europea, può giocare un ruolo fondamentale nello scenario del 5G.

Oltre all’aumento della velocità con il 5G arriveranno comunicazioni più efficienti tra dispositivi diversi, ed è questo lo spirito che anima lo sviluppo del 5G attraverso un’ampia iperconnessione che vede un collegamento globale di miliardi di persone e di dispositivi (Internet of Things). Le potenzialità che la rete 5G offre sono enormi, basti pensare alla tecnologia M2M, già utilizzata in una vastissima gamma di applicazioni e le cui possibilità di diffusione risultano praticamente infinite.

Inoltre, la minor latenza e la maggior ampiezza di banda garantita dal 5G rispetto al 4G sta incentivando anche i produttori di automobili. Le smart car per funzionare a dovere avranno bisogno di una rete senza fili più efficiente e performante del 4G. Il 5G permette di inviare informazioni e dati anche a grande distanza in pochi istanti: in questo modo le smart auto in strada saranno sempre informate su ciò che accade loro intorno e potranno decidere di conseguenza il miglior percorso d’azione da adottare. Grazie al 5G si potrebbero eliminare addirittura i semafori dalla rete stradale: in prossimità degli incroci le automobili rallenterebbero automaticamente ed organizzate a seconda delle precedenze si eviterebbero ingorghi stradali.

Infine l’assistenza medica potrebbe trovare innumerevoli vantaggi dalla diffusione della tecnologia 5G. L’assenza di latenza permetterebbe ai medici di curare pazienti che si trovano dall’altra parte del mondo. E’ evidente che le opportunità sono innumerevoli e questo pone la necessità di definire alcuni perimetri che non possono prescindere dal contesto nazionale come l’esigenza di sviluppare delle credibili strategie per l’Internet of Things e per i Big Data che permetteranno di introdurre l’intelligenza artificiale a diversi ambiti settoriali con importanti ricadute sul piano industriale.