Siamo continuamente censurati. Io, sono costantemente censurato. E, vigliaccamente, come molti di noi, mi censuro per continuare a sopravvivere. Per questo, ho voluto dedicare #PNR45 alla censura – grazie ai nostri autori abituali e al nuovo contributo di Riccardo Neri, produttore cinematografico.

La censura è il più pericoloso degli strumenti contro la nostra libertà perché è un freno allo sviluppo delle conoscenze e alla prosperità.

CENSURA?   La nostra libertà di espressione è garantita dalla costituzione. Gli strumenti di comunicazione contemporanei la nutrono. Eppure siamo ancora vittime della censura: è parte della nostra cultura, ed è sfortunatamente, un valore condiviso. Con la censura si elimina o almeno si compromette notevolmente la pluralità, cioè la diversità rispetto

  • al pensiero dominante – in tutte le sue forme di potere politico ed economico, ma anche culturale e sociale
  • alle norme
  • ai costumi
  • alle idee
  • e in generale, alle strutture stesse del pensiero individuale.

LE RADICI   Commettiamo l’errore di credere che la censura sia limitata ai rapporti di potere, tra il detentore della norma – giusta o sbagliata che sia per la libertà individuale – e il dissidente, colui che la osteggia. Ma la censura ha radici molto più profonde:

– In famiglia – con la socializzazione primaria comincia la censura ambientale allo spirito critico rispetto ai comportamenti omologati alla tradizione;

– A scuola –  ci è preclusa la pluralità effettiva, così come l’accesso al metodo sperimentale. Ci è stata proposta una versione delle cose: quella degli insegnanti, dei libri e dei loro autori – spesso imposti dai burocrati fortemente ideologicizzati, senza occuparsi di sviluppare lo spirito critico di ogni scolaro.

– Nelle istituzioni sociali ed economiche – Le organizzazioni perseguono agende precise che oscurano tutto ciò che propone una prospettiva diversa. E’ l’impostazione dei media (agenda setting): a parole strenui difensori della libera espressione, ma nei fatti i censori della pluralità.

Come ha descritto il fisico T. Kuhn ne La Struttura delle Rivoluzioni Scientifiche, sono le stesse comunità degli scienziati a censurare i risultati degli esperimenti scientifici che contrastano la norma dominante. Da qui le discipline quali norme apprese e difese da una comunità. Questo approccio rallenta lo sviluppo delle conoscenze, e quindi la comprensione dei meccanismi del reale cui siamo protesi proprio attraverso la scienza.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE?   La censura attenta così:

  1. alla libertà individuale, attraverso la soppressione dell’espressione;
  2. alla scienza e alla conoscenza;
  3. alla pluralità che è alla base della Società Aperta e quindi delle Democrazie Liberali.

COME SUPERARLA   Per questa ragione, il prodotto del metodo sperimentale, che è il fondamento del pensiero Liberale, è spesso osteggiato, rifiutato, negato, censurato appunto. Il Liberalismo offre infatti al cittadino l’opportunità di autodeterminarsi, cioè di avvicinarsi alla piena Libertà, attraverso la continua critica – il dubbio – delle costruzioni sociali. 

Per K. Popper – in risposta alla descrizione del funzionamento della scienza di T. Kuhn – la falsificazione consente al metodo sperimentale di criticare la teoria dominante prefigurando un’alternativa, sviluppando quindi le conoscenze.
Per i Liberali, attraverso il medesimo metodo, il cittadino, criticando le politiche correnti, ha l’opportunità di migliorare il governo della legge, e quindi la convivenza tra noi cittadini, ampliando la nostra libertà.

Mi censurano. Mi autocensuro per sopravvivere come uno zombie, tradendo la mia maestra Montessori.  Che vigliacco.

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PNR