di Benedetta Fiani

Tutto ciò che serve per avere successo è l’entusiasmo. Lo ha scritto Robert Pirsig, scrittore e filosofo americano, nel suo libro Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, libro meraviglioso che parla della manutenzione della motocicletta, ma anche un po’ della vita in generale. Ed io gli credo.

Se non avete entusiasmo, non c’è assolutamente modo di aggiustare quella motocicletta. Se invece ce l’avete e sapete come mantenerlo, non c’è assolutamente niente al mondo che vi impedirà di aggiustarla”. Se non avete una motocicletta, sostituite il concetto con qualsiasi altra cosa, e ne avrete la riprova.

Bisogna fare attenzione però, perché la vita è disseminata di trappole dell’entusiasmo, ossia eventi più o meno banali che lo impoveriscono. Personalmente io inciampo sempre nel solito maledetto scalino, quello che chiamo la trappola dell’importanza.

Funziona così: più un’attività è importante per me, più tendo a credere di aver bisogno di concentrazione, energia, tempo, tutte cose che – mi dico – non ho a disposizione. E quindi rimane così, incompleta nelle migliori delle ipotesi, nemmeno iniziata nelle peggiori.

Ecco cosa mi succede. Sono più o meno tre anni che voglio imparare a correre. A correre seriamente, come quelle bellissime persone che mi sfrecciano accanto mentre sto ferma davanti alla vetrina della pasticceria. Sono più o meno tre anni che ogni domenica sera mi dico: domani si inizia a correre, seriamente. Per correre seriamente però dovrei avere del tempo per dedicarmici, vorrei delle bellissime scarpe che mi facciano danzare sull’asfalto, vorrei che non facesse troppo freddo e che le giornate fossero bellissime. Non solo vorrei correre seriamente, ma anche perfettamente.

Nel mio caso la procrastinazione non è dovuta a sensazioni melodrammatiche, come la paura di non farcela. Semplicemente non faccio qualcosa per il semplice desiderio di volerla fare meglio.

È chiaro che la trappola dell’importanza sia legata alla trappola della coerenza: parto dal presupposto che non vale la pena fare qualcosa fino a quando le congiunzioni astrali non mi permettano di farla sempre. Non ha senso iniziare a correre a meno che non diventi il tipo di persona che corre quattro volte alla settimana per 10 km. Ma è un ragionamento assurdo perché non diventerò mai quel tipo di persona se non decido ad iniziare.

L’unico modo per mettersi nelle condizioni necessarie ad agire è agire e basta. Perciò, se vi accorgete che state rimandando qualcosa da fare con la scusa che la farete quando sarete freschi e riposati, cogliete la palla al balzo e fatela subito. Non dovete aspettare di avere più stimoli, poiché è probabile che sia proprio quel pensiero a bucare la tanica di carburante dalla quale cola via tutto il vostro entusiasmo.

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