Non Puoi Fare il Primo Ministro Perché Non Sei Nemmeno Laureato? Così il Bue dice all’Asino. E quali competenze e saperi avrebbe il Bue per sbeffeggiare l’Asino? A dividerli è un titolo di studio. A dividere Noi da Loro, oltre la scarsa simpatia personale, non è un diploma: è la disistima verso una élite politica incapace di affrontare i problemi che la contemporaneità ci presenta, moralmente insipida, e umanamente patetica.

Questo inutile battibecco elettorale tra galli di un pollaio di provincia solleva la questione del rapporto tra l’educazione scolastica e l’efficacia di ciascuno di noi nell’affrontare il mondo, nell’ambito professionale che ci siamo scelti e costruiti. Ci sono dei dati piuttosto significativi che possiamo riassumere così:

– missmatch: la scuola sforna poche figure qualificate rispetto a ciò che il mercato del lavoro richiede.

– no Mr Wolf: chi esce dalla scuola è un contenitore pieno di nozioni fini a loro stesse con scarsa attitudine al problem solving. Quindi poco utile al mercato.

– anime perse: la scuola è come una bolla anestetica, chi ne esce ha scarsa capacità imprenditoriale ed ignora le dinamiche del mercato. Non sa che fare, e spesso ha poca voglia, dopo anni di inutili sforzi mnemonici.

CHE CONSEGUENZE DRAMMATICHE:

– bassa occupazione giovanile
– produttività flebile
– scarsa capacità di risolvere problemi, e a farlo prima degli altri.

Manca soprattutto la voglia di immaginare il futuro affrontando il presente.

Come abbiamo scritto in Allenarsi per il Futuro, la Scuola annienta quelle fantastiche caratteristiche che sviluppiamo da bambini che ci consentono di sorprenderci delle meraviglie del mondo. Le perdiamo appena entriamo a scuola, dove ci friggono il cervello.

AVETE CAPITO BENE   questa scuola, con questa didattica, con queste dinamiche, va in senso contrario rispetto alle nostre dinamiche evolutive, cioè ne condiziona NEGATIVAMENTE i processi.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE   Dobbiamo trovare il modo per rafforzare le nostre caratteristiche umane di curiosità, creatività, ed imprenditorialità, per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro. Solo così, possiamo continuare a:

– garantire la prosperità che ci è stata data da chi è venuto prima di noi (seppure al prezzo di scelte spesso discutibili)

– progettare il futuro

– rendere il mondo un posto migliore

Dobbiamo ritrovare perciò immaginazione per creare occupazione e aumentare la produttività.

HO SCRITTO   molto sull’idea generale di cambiare radicalmente la scuola, sull’abolizione del valore legale del titolo, dei concorsi, dei compiti, sul ripensamento della didattica, dell’importanza di riportare il bambino al centro della scuola, sulla riorganizzazione della vita scolastica (orari, attività, didattica, etc.), sull’alternanza scuola-lavoro, e così via.

SULLE IMPRESE E IL LORO RUOLO   ho scritto poco. I problemi di cui sopra non dipendono solo dalla scuola, infatti. Molta responsabilità è anche degli imprenditori e dei manager. Addossano le colpe al sistema, ma fanno poco per contribuire al miglioramento. La Rivoluzione Industriale, così come il successo di certi distretti, passa proprio dall’impegno degli industriali di allora nel coltivare coloro i quali ne avrebbero preso il posto. Hanno allevato generazioni di tecnici e professionisti eccezionaliHanno forse fallito sul management.

DA QUI DOBBIAMO RIPARTIRE   Così il PNR47 è dedicato all’impegno di professionisti, innovatori e aziende nel favorire la crescita di nuovi professionisti capaci di vincere il mercato e cambiare il mondo. Grazie a Domenico Barletta(Johnson&Johnson), Emiliano Maria Cappuccitti (Coca Cola), Dario De Gregorio, F. Mastrogiacomi (Creative X Factory) e S. Pulino (JCU). E naturalmente ai nostri autori, R. Ruggiero e L. Vaccarella per il PNR47. 

Grazie soprattutto a F. Scognamiglio e YourCFO Academy per il contributo e il sostegno, a PNR, ma soprattutto per tutti i giovani che coltivano e accompagnano nel mercato del lavoro.

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PNR