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Sicurezza Alimentare: il Ruolo degli Smallholders – L’Osservatore Romano – Pietro Paganini

Uno Strumento concreto per il Piano Mattei: i piccoli agricoltori o “smallholdersdell’Africa e del Sud Est asiatico sono il motore economico dell’Africa e dell’Asia, uno scudo contro carestie e conflitti, e una diga che regola i flussi migratori verso l’Europa.
In questo commento per l’Osservatore Romano, sottolineo l’importanza strategica di questi agricoltori, che non solo alimentano il 90% del loro continente ma si ergono a pilastri di sviluppo e stabilità. Le politiche agricole integrate sono essenziali per appoggiare questi guardiani della terra nella battaglia contro crescita demografica e desertificazione.

Puoi leggere tutto il commento qui sul sito de L’Osservatore Romano >>> o un riassunto qui sotto. 

Sicurezza Alimentare: il Ruolo degli Smallholders

Nel mio recente articolo, mi sono concentrato sulla cruciale importanza dei piccoli agricoltori, noti come smallholder, nella salvaguardia della sicurezza alimentare in Africa. Secondo il World Food Programme delle Nazioni Unite, il contributo degli smallholder alla produzione alimentare è fondamentale, con alcuni paesi come la Repubblica Democratica del Congo, Lesotho e Madagascar, dove raggiungono punte del 90%. Tuttavia, affrontare le sfide poste dalla crescita demografica, superiori al 2% annuo, e dalla desertificazione, che minaccia un quinto dell’intera superficie africana, richiede l’implementazione di politiche agricole integrate. Queste politiche dovrebbero promuovere la produzione domestica parallelamente a flussi di importazione costanti e garantiti, sia per le materie prime da trasformare in loco sia per i prodotti finiti.

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Un caso emblematico da considerare è quello dell’olio di palma. Si tratta di un’importante materia prima agricola che rappresenta una risorsa cruciale per milioni di piccoli coltivatori. Lo è sia in Africa che in Sud-Est asiatico e Centro America. Lo è anche come fonte primaria di grassi saturi sia come opportunità occupazionale.

Analizzando due casi specifici, Nigeria e Angola, emergono scenari contrastanti. La Nigeria si è affermata come uno dei principali produttori globali di olio di palma. Mentre l’Angola, nonostante le sue ricche risorse naturali, dipende ancora fortemente dalle importazioni a causa delle conseguenze di una lunga guerra civile che ha limitato l’utilizzo delle sue terre arabili. Il governo angolano sta cercando di ridurre questa dipendenza, ma il percorso è lungo e complesso.

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Entrambi i paesi condividono sfide comuni, come la necessità di stabilizzare politicamente le nazioni e di superare gli ostacoli derivanti da fenomeni di guerriglia. Tuttavia, il modello agricolo basato sugli smallholder rappresenta la chiave per la sicurezza alimentare del continente. La ratifica dell’African Continental Free Trade Area potrebbe favorire lo sviluppo agricolo. Offrirebbe ai piccoli agricoltori migliori opportunità commerciali e la possibilità di superare la condizione di sussistenza.

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Infine, storie di speranza, come quella di Padre Federico Trinchero. Ha trasformato ex miliziani in coltivatori di palma da olio in Repubblica Centrafricana, dimostrano il potenziale di trasformazione sociale attraverso l’agricoltura. La formazione professionale e il miglioramento del rapporto agronomo-coltivatore possono ulteriormente incrementare la produttività, contribuendo significativamente alla sicurezza alimentare e alla stabilità economica dell’Africa.

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PNR