Non ho sufficienti strumenti per giudicare se il metodo elettorale con cui ci apprestiamo a votare sia incostituzionale, come mi dicono in tanti che di diritto ne capiscono. Fa certamente schifo se lo analizziamo dal punto di vista della partecipazione democratica, e cioè del sacrosanto diritto liberale di ogni cittadino di esprimere il proprio rappresentante. Oltretutto ci troviamo ad eleggere un’accozzaglia di persone, di cui la maggior parte per bene e stimabili, ma che non ci rappresentano per nulla, dato che neppure si prefiggono di farlo, facendo solo promesse per raggirarci meglio invece di farci scegliere un progetto.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE?   Perché ci troveremo un Parlamento che risponde a dei capi e non a noi cittadini. Inoltre, purtroppo, questi leader non esprimono alcuna visione del mondo che ci possa in qualche modo riguardare e coinvolgere, ma piuttosto sono espressione di interessi personali o particolari.

SARA’ UN PARLAMENTO INUTILE?   Il rischio è alto se il 4 marzo sera non ci fosse una maggioranza e poi si vivacchiasse a lungo. Potrebbe essere una legislatura, che ancor più dell’ultima, sulle questioni rilevanti risponde agli interessi dei Capi, che non sono quelli di noi cittadini – vale la pena ripeterlo – e sulle questioni apparentemente minori, o minori per i Capi, risponderà alle pressioni delle lobby legittime, che stanno già facendo la coda per capire chi circuire.

SEGNATEVELO, PERCHE’ E’ IMPORTANTE   Parlamentari ignari del loro ruolo di rappresentanti dei cittadini si troveranno a diventare degli esperti di qualcosa e ad accontentare le lobby. E’ SUFFICIENTE OSSERVARE LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE, e soprattutto le MODALITA’ CON LE QUALI SONO STATE COMPOSTE perchè i nostri timori siano confermati.

IL BISCOTTO   è l’obiettivo per cui nei mesi scorsi è stata progettata questa legge elettorale: il pareggio senza danni tra due squadre a scapito delle altre. Sappiamo chi sono i biscottai, e non sono né svedesi né danesi.

Si punta al BISCOTTO ISTITUZIONALE, a tenere a galla la nave facendosi trascinare dalle correnti altrui e arraffando quel che si riesce. Metafora classica per raccontare che si tira a campare come ogni mediocre.

Con questa che dovrebbe essere una calma piatta istituzionale:

  • si accontenta l’Europa che ama la tranquillità conformista;
  • si sedano gli speculatori;
  • si illudono i cittadini;

e a guadagnarci sono gli interessi particolari e i burocrati che consacrano il loro potere nella gestione dello Stato.

  • Gli investitori non arrivano – distinguiamo chi viene a produrre e innovare da chi viene a vendere a 60 milioni di consumatori;
  • non si creano posti di lavori;
  • non si innova;

e in generale non si riforma lo Stato e si manca di entrare nel futuro da protagonisti, confermando il lento declino verso cui ci siamo avviati.

MA, C’E’ UN MA…   I conti rischiano di non tornare. Il 4 Marzo non ci sarà un vincitore appunto, ma la maggioranza potrebbe essere molto diversa da quella che i biscottai auspicano.

SE VINCESSERO GLI ALTRI   quelli che hanno contestato – giustamente – questa legge elettorale? Dovrebbero governare solo lo stretto necessario a produrre una nuova legge elettorale e tornare a nuove elezioni.

Questa volta – si spera – i cittadini potrebbero finalmente essere rappresentati.

E’ UNA PROPOSTA FOLLE? NO

  • Sarebbe coerente con chi desidera rappresentare davvero i cittadini (e non le clientele o i poteri forti);
  • sarebbe l’occasione per arrivare ad avere un parlamento legittimo (parlamentari non scelti dal capo e nemmeno da una qualsiasi agenzia di pubbliche relazioni e da un dattilografo affaccendato);
  • sarebbe un segnale verso l’esterno che la responsabilità è emersa rispetto all’arte della sopravvivenza.

Si potrebbe tornare a votare finalmente per favorire il conflitto democratico e la partecipazione dei cittadini.

HO PAURA CHE   presi dall’euforia del potere, anche i nuovi eletti si accontentino di restare in carica con una legge che hanno contestato. LA PROPOSTA RESTA VALIDA: se rischi di vincere con un rigore che non c’era, non lo tiri o lo tiri fuori.

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