Gioca, Crea, Cresci, Innova

di Francesca Mastrogiacomi

Immaginate una scuola dove i nostri figli e le nostre figlie non smettano mai di giocare e scoprire, dove imparino il potere liberante della creatività e del pensiero critico.

Una scuola dove collaborino – ognuno nella propria unicità – alla creazione di benessere collettivo e ricchezza condivisa. Una scuola che li formi al benessere psico emotivo e li proietti verso un futuro innovativo e sostenibile.

Guardateli crescere, studiare, lavorare e continuare a giocare e scoprire, con lo stesso entusiasmo e rinnovata curiosità. Ammirati della loro capacità di fare impresa, di dare vita a progetti innovativi a forte impatto sociale, del loro star bene con le persone di qualsiasi parte del mondo.

Godete della ricchezza dei talenti che vi circondano – a casa e al lavoro – e sentite sulla vostra pelle come il lavoro di squadra stia diventando un’abilità essenziale; come lo sbagliare si trasformi in un effetto collaterale del vivere; come il fallimento sia più superabile in un gruppo coeso e sano.

Guardiamoci per un attimo in casa e scopriamo che gli adolescenti italiani sono stressati dal carico di lavoro degli studi e hanno un pessimo rapporto con la scuola. È quanto emerge dal rapporto quadriennale sulla salute e il benessere dei giovani pubblicato dall’ufficio europeo dell’OMS, che contiene dati raccolti nel 2013-2014 su ragazze e ragazzi di 11, 13 e 15 anni.

Osserviamo curiosi i dati 2017 OECD raccolti secondo gli standard di Pisa e riportati dalla rivista The Economist. Analizziamo la relazione tra la competitività delle scuole e i livelli d’ansia degli studenti; riscopriamo che lo stress non ingenera necessariamente i migliori risultati agli esami.

La-scuola-che-vorrei non boccia a fine anno credendo di raddrizzare e rafforzare, non annoia, non indottrina paternalisticamente, non stigmatizza l’errore, non richiede perfezione, performance, erudizione e conoscenza fine a se stessa. Non crea asticelle da spostare sempre più in alto per competere in un inesistente mercato del lavoro. Non crea impiegati del quarto millennio. Non delega al digitale o al tablet il potere taumaturgico di assorbire l’attenzione totale degli adolescenti e non solo.

La-scuola-che-vorrei non finisce mai, ti accompagna da quando sei piccolo fino all’università, nella formazione professionale e continua, è intergenerazionale, è una Montessori per adulti, è maieutica, induttiva. Il team di docenti facilita un processo di scoperta, allena al lavoro di gruppo, nutre la curiosità, il pensiero critico, la logica, l’empatia e formalizza l’apprendimento, consolida le strategie cognitive e comportamentali degli allievi, le rende loro esplicite per autonomizzarli e liberarli alla vita.

La-scuola-che-vorrei è già qui ma il futuro non è equamente distribuito. Esistono scuole private, eccellenze pubbliche, docenti illuminati, scuole all’avanguardia.

Il ruolo del discente è centrale e non basta più interrogarsi su temi come: studiare l’inglese o il cinese, fare coding o progettare robot con le LEGO, utilizzare piattaforme tecnologiche di intelligenza artificiale o adottare metodologie ispirate a Steiner, fare uno sport di squadra o individuale.

È ora di ripensare una politica educativa e dei curricula innovativi per il futuro. È tempo di ridefinire i sillabi su cui formare tutti i docenti di oggi e di domani.

Potremmo voler ridefinire lo scopo dell’educazione, è quello della creazione di forza lavoro futura? È quello di prepararsi per la vita?

Nella-scuola-che-vorrei val bene la pena chiedersi e chiedere ogni giorno “Come stai?” e “Cosa hai imparato oggi?”

Creative [X] Factory nasce come un progetto piattaforma di politica educativa per ripensare una formazione continua del futuro da 0 a 99 anni. Nasce nelle Marche per rilanciare il tessuto economico e sociale locale. Opera in collaborazione con scuole, scuole manageriali e di leadership, incubatori, start-up, enti formativi, co-working, imprese e associazioni di imprese. Curiosi? Ottimo: facciamoci una chiacchiera

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PNR