di Roberto Ruggiero
Hai mai sognato di lavorare guardando il mare? Pensi di appartenere alla tribù del nomadismo virtuale? L’era della smateriallizzazione fisica del concetto del lavoro e l’abbandono di un luogo fisico ed un ambiente specifico è alle porte. Sei pronto?

Non è un segreto che la tecnologia ha drammaticamente cambiato il nostro mondo ed il nostro modo di lavorare. Soprattutto ha ricostruito i nostri ambienti di lavoro ed il modo in cui le persone scelgono di lavorare. Il World Economic Forum definisce il telelavoro come “uno dei più grandi driver di trasformazione dei modelli di business.”

La proliferazione di internet ad alta velocità a disposizione anche nei luoghi più remoti e la capacità di nuovi tablet e computer hanno dato la nascita ad una nuova tribù: i nomadi digitali. Questa categoria include lavoratori, spesso viaggiatori, che raramente sono entrati in un ufficio inteso nel senso tradizionale del termine. Il nomade virtuale è sicuramente un professionista con un alto senso di responsabilità e indipendenza che mette al primo posto soprattutto la priorità di realizzazione personale davanti a quelle di un’azienda. Spesso sono persone abituate a lavorare ovunque sia possibile, avendo di fronte a loro un semplice schermo, anche quando vige il caos assoluto nell’ambiente circostante.

“Le posizioni per il lavoro remoto e  per i nomadi digitali sono cresciute  esponenzialmente negli ultimi 10 anni” commenta Brie Reynolds, senior career specialist presso FlexJobs. “Ma davvero negli ultimi cinque anni, sono diventate un opzione per molte persone dato che la tecnologia è migliorata decisamente e internet a banda larga è molto più accessibile. Queste modalità hanno davvero trasformato il modo ed il luoghi di lavoro.”

Proprio d’estate esplodono le opportunità di lavorare come nomadi digitali, sopratutto per quelli che non vogliono rinunciare alla possibilità di alzarsi la mattina e accendere il computer guardando il mare per esempio.

D’altronde il lavoro in remoto aiuta anche le aziende a risparmiare. American Express con il suo BlueWork Program ha riportato ad un risparmio di circa 15 milioni all’anno in costi di gestione immobiliare.

Le posizioni più in voga tra la tribù del nomadismo digitale sono i formatori virtuali, i produttori di contenuti digitali e multimediali, i social media manager, gli assistenti virtuali. Tutte queste mansioni richiedono due principi: un collegamento alla rete che sia efficiente ad ogni ora del giorno e della notte e la capacità di poter produrre l’attività lavorativa appena ce ne sia l’esigenza mettendo a volte da parte gli impegni personali.

Poter lavorare come nomade digitale richiede quindi delle doti e delle capacità che non tutti posseggono. Spirito imprenditoriale, capacità di adattamento e di organizzazione del lavoro, doti ad utilizzare le nuove tecnologie e la rete con estrema facilità e tanta creativitàsono le maggiori caratteristiche richieste. Sempre più spesso associando un’ottima tecnica di scrittura e di comunicazione, i nomadi virtuali riescono anche a raccogliere le dinamiche dell’ambiente che li circonda veicolandolo con semplicità in messaggi istantanei e figurativi nel vasto mondo della rete.

“Il presente testo è frutto di pensieri e opinioni personali non associate al mio datore di lavoro e nessun’altra persona o azienda citata all’interno dell’articolo. Il presente testo non ha lo scopo di supportare nessuna organizzazione o promuovere alcun prodotto/servizio.”
 
Roberto Ruggiero è un professionista che opera come Sales & Marketing Manager da oltre 15 anni nel settore dell’Healthcare.
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