Uno Mattina – Rai 1: G7, la priorità è la crescita tra crisi e petrolio

Al G7 di Shime i capi di Stato delle sette più grandi economie industriali al mondo hanno stabilito che la priorità da affrontare deve essere la crescita economica, tra crisi e petrolio. Per rilanciare la crescita potenziale si usa generalmente una ricetta di policy mix, fatta di politiche fiscali, monetarie e riforme strutturali. Il Primo Ministro giapponese, Shinzo Abe, ha cercato un coordinamento al vertice del G7 per allargare il cordone della borsa con politiche fiscali espansive. Tuttavia l’opinione dell’irriducibile Germania (e anche della Gran Bretagna) è quella di puntare al solito preciso rigore. Sul tavolo, quindi, restano solo le banche centrali a ridurre i tassi e a comprare le obbligazioni per rendere più facile la ripresa e le riforme strutturali.

A quale soluzione si arriverà? Probabilmente ad un nulla di fatto. Il Vertice in Giappone sembra essere servito solo ad esporre i problemi di ciascuno, fallendo l’obiettivo di un coordinamento comune in ambito economico. Il sentore di una crisi globale è forte, tra migranti e rischio Brexit, questo intimorisce gli investitori che quindi preferiscono non investire, ripercuotendosi negativamente sulle aziende che hanno meno soldi. Il circolo vizioso finisce con il colpire l’economia che non cresce. Shinzo Abe è stato caustico nell’evidenziare uno spaventoso parallelismo. Il calo del 55% dal 2014 del prezzo delle materie prime è la stessa percentuale registrata prima del collasso di Lehman Brothers. La campana sta suonando ma nessuno presta ascolto.

L’aumento, piuttosto repentino, del prezzo del petrolio a 50$ al barile può favorire l’economia globale, anche se le aziende petrolifere soffrono ancora gli effetti nefasti del crollo del greggio a meno di 30$ al barile dello scorso anno. L’aumento del prezzo è dovuto fondamentalmente all’interruzione dell’estrazione in alcuni paesi, come in Venezuela in cui l’estrazione del greggio è arrivata a costare più della vendita del prodotto, Nigeria e Iraq, dilaniati dalla morsa del terrorismo.

La Gabbia – La7: Ripetizioni, un giro d’affari vicino al miliardo

Intervista a La Gabbia sullo studio della Fondazione Einaudi sulle ripetizioni e l’evasione.

Il 50% degli studenti delle scuole superiori prende ripetizioni di almeno una materia per un giro d’affari che si avvicina al miliardo. Almeno il 90% non viene dichiarato al fisco. E’ quanto emerge da uno studio che la Fondazione Luigi Einaudi di Roma ha presentato oggi. Dopo gli studenti russi, gli italiani sono quelli che dedicano più tempo allo studio nelle attività pomeridiane e durante le vacanze.
E’ assurdo che chi frequenta la scuola pubblica si vede costretto a prendere ripetizioni. Qualcosa non funziona nel sistema. O i professori, o i programmi o gli studenti stessi. Per di più è un mercato nero. Il costo del malfunzionamento della scuola è a carico delle famiglie. E’ una contraddizione assurda rispetto ai principi della scuola pubblica. Per di più questo avviene senza che nessuno denunci il fenomeno. Infatti, fa comodo al sindacato e ai docenti arrotondare lo stipendio. Il Ministro dell’Istruzione e il Governo devono intervenire per regolarizzare la pratica delle ripetizioni anche attraverso degli incentivi fiscali verso il corpo docente e le famiglie. Non possiamo continuare a fare gli struzzi. Se si si fa ricorso alle ripetizioni significa che la scuola è adeguata. A meno che non consideriamo il 50% degli studenti delle superiori adeguato ai programmi. Sarebbe perciò meglio – continua Paganini – che la scuola funzionasse in modo tale che di ripetizioni private non ci fosse proprio bisogno.

Sigarette elettroniche: un mercato da regolare non da distruggere

Si è tenuto questa mattina presso la Biblioteca del Senato, il convegno organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi, in collaborazione con ANAFE, “Sigarette Elettroniche. Liberi di crescere tra fisco e regolamentazione”. La Tavola Rotonda ha coinvolto istituzioni, filiere del settore e multinazionali che si sono confrontate sui molteplici aspetti – fiscali e di salute pubblica – che coinvolgono il mercato delle sigarette elettroniche, al fine di trovare soluzione condivise. Al termine dei lavori, è emersa dalle parti l’opinione secondo la quale il mercato delle sigarette elettroniche ha bisogno di un mercato regolamentato che sia diverso da quello che regola il tabacco. Penalizzare il settore delle sigarette elettroniche significa, inevitabilmente un minore gettito, quindi una drastica riduzione dei posti di lavoro, che finisce con il colpire in maniera negativa anche lo sviluppo e l’innovazione. Appare del tutto evidente che il mercato andrà sempre più verso  forme di consumo che sono molto diverse dall’assunzione del tabacco in generale, per questo si avverte l’urgenza di lavorare assieme per soluzioni condivise ed efficienti.

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Agorà – Rai3: Effetto Evasione

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Perché si evadono le tasse in Italia? Iniziamo con il dire che, nel nostro Paese, esiste una tendenza del tutto peculiare per cui esiste un’idiosincrasia nel rispettare le regole. A questo si aggiunge un’eccessiva pressione fiscale che si coordina con uno scarso funzionamento della burocrazia. In generale, esempi negativi nelle società hanno effetti negativi sulla fedeltà fiscale. La scarsa propensione all’onestà fiscale è un fattore che gioca certamente un ruolo negativo, ma pare anche che utilizzare la retorica “le tasse sono belle” non aiuti granché la lotta all’evasione, in mancanza di un sistema fiscale chiaro, semplice ed efficace nel combattere eventuali abusi. Si potrebbe quindi suggerire che con l’aumentare la qualità dei beni pubblici offerti, aumenta anche il grado di correttezza fiscale. Un fisco semplice, con sanzioni certe e uno Stato efficace ed efficiente nella fornitura nella fornitura di beni pubblici può combattere l’evasione.