Buon compleanno Europa

Cari Amici, Dicono che noi Liberali amiamo andare controcorrente. In realtà seguiamo la corrente del metodo dell’individuo cittadino, una corrente… Continue Reading

Allenarsi per il futuro arriva a teatro!

Allenarsi per il Futuro. Idee e strumenti per il lavoro che verrà, sbarca nei teatri e nelle principali aule universitarie. Uno spettacolo divertente e coinvolgente tratto dall’omonimo saggio scritto a quattro mani con Stefano Cianciotta.

Curiosità, creatività ed intraprendenza: sono queste le tre principali attitudini attorno alle quali deve essere strutturata l’attività di insegnamento, in un contesto nel quale il sapere è facilmente accessibile e condivisibile attraverso la rete e le tecnologie.

Con Allenarsi per il Futuro tentiamo di andare oltre il tradizionale dibattito attorno alla riforma della scuola, incentrata sull’organizzazione del lavoro e sulla pianificazione dei programmi, che tra l’altro negli anni ha prodotto risultati molto scarsi, per offrire invece un nuovo paradigma didattico e pedagogico, capace di rimettere al centro di tutto lo studente di ogni ordine e grado. Perché una cosa è certa: la scuola non può più essere un’istituzione separata dalresto della società, ed in particolare dal mercato del lavoro, ma oggi più che mai deve essere integrata come spazio dove allenare costantemente curiosità, creatività e intraprendenza, oltre che apprendere nuove conoscenze ed esperienze. Si tratta di saper accogliere le naturali dinamiche dell’evoluzione come avviene nel gioco dove chiunque può qualificarsi e riqualificarsi in funzione delle opportunità o delle esigenze del mercato del lavoro.

Vi aspettiamo a Pescara, a Teramo e Roma!

Locandina AxF

Uno Mattina – Rai Uno: Quanto ci costano i figli?

Le voci di spesa più consistenti nel mantenere un figlio riguardano l’abitazione e l’educazione. Secondo una serie di studi, una famiglia spende all’incirca 170.000 per il mantenimento del proprio figlio fino al compimento del diciottesimo anno d’età. Cosa potrebbe accadere per andare incontro ai bisogni delle famiglie italiane? In programma c’è la discussione al Senato del cosiddetto assegno universale, in sostituzione dei bonus e delle agevolazioni già esistenti. Si tratta, in poche parole, di un assegno mensile indipendentemente dal numero dei figli a carico e a seconda del reddito.

La delega punta a dare a tutti un sostegno a tutte le famiglie che hanno figli, a prescindere dalla tipologia di lavoro dei genitori e ipotizza di accompagnare i figli fino alla loro presunta autonomia, con un sistema di “decalage”: fino ai 3 anni l’assegno sarebbe più cospicuo, per ridursi tra i 3 e i 18 ed essere ulteriormente limato fino ai 26 anni. Secondo le prime stime, sembra che questo strumento possa garantire un contributo pari a 200 euro al mese per ogni figlio fino ai 3 anni di età, 150€ fino ai 18 anni e 100€ per i successivi 8 anni.

Si prevede che il governo, entro tre mesi dall’ok del Parlamento alla delega, riconosca un’unica misura universalistica per ciascun figlio a carico, abolendo i vari assegni per il nucleo familiare e legando il nuovo beneficio all’Isee. Fino a 30mila euro di soglia Isee l’assegno sarebbe uguale per tutti per poi andare a calare nella fascia tra 30 e 50mila euro di soglia Isee.

Il testo prevede anche l’innalzamento della soglia di 5mila euro per ogni ulteriore figlio a carico e per gli incapienti prevede esplicitamente che “il beneficio sia riconosciuto in denaro”, in modo da superare l’esclusione dalle detrazioni fiscali.

Il mio intervento ad Uno Mattina su Rai Uno.