Il futuro dell’Unione Europea dipende in gran parte dal futuro dei sui 94 milioni di giovani e dalle loro prospettive… Continue Reading
Elogio del Conflitto
Al Conflitto è dedicato questo numero di PNR. Le analisi che vi propongo questa settimana sono stimolanti e spero che possano contribuire… Continue Reading
La Pantomima del Conflitto e la Realtà della Guerra
di Vita Lucrezia Vaccarella Nel corso del recente processo che ha investito la politica romana, l’uomo della terra di sotto,… Continue Reading
Sai Gestire un Conflitto in Azienda?
di Roberto Ruggiero Nell’ambito lavorativo inevitabilmente si litiga. A volte un buon equilibrio tra conflitto e collaborazione può condurre ad… Continue Reading
Conflitto: Diamo i Numeri
di Maria Serra Diceva Dostoevskij “Gli uomini sono fatti in modo da doversi necessariamente tormentare a vicenda”. Lavoro, scuola, famiglia… Continue Reading
Mind the Gap: Notizie dal Fronte del Conflitto Più Lungo della Storia
di Pocah Lo scontro generazionale è sicuramente il conflitto piu lungo della storia e forse uno di quelli mai destinati a risolversi…. Continue Reading
L’UE Costruita Passo a Passo sul Conflitto Democratico fra i Cittadini
di Raffaello Morelli I lavori all’Assemblea annuale ONU e le manifestazioni collaterali, sono stati presentati come uno scontro pro o… Continue Reading
Democrazia e Guerra, tra Mito e Realtà
di Benedetta Fiani Secondo una nobile tradizione liberale il controllo popolare dovrebbe agire da antidoto contro il ricorso indiscriminato alla… Continue Reading
Il Linguaggio nel Conflitto Contemporaneo
di Silvia Ferrara Avete notato che quando Donald Trump improvvisa i suoi discorsi dice spesso ‘most people don’t know that…’…. Continue Reading
Omnibus La7 – Italia, Storia di un Welfare Tarocco
Dopo otto mesi positivi, a maggio è tornata a salire la disoccupazione, sia a livello generale che a livello giovanile. Il tasso di disoccupazione risale così all’11,3% (+0,2 punti percentuali rispetto ad aprile) e quello giovanile al 37% (+1,8%). Lo stima l’Istat aggiungendo che l’incidenza dei giovani della stessa classe di età è pari al 9,4% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato). Questa tendenza risulta in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto ad aprile. Il tasso di occupazione cala di 0,5 punti, mentre quello di inattività rimane invariato. Risultano in aumento solo gli occupati ultracinquantenni e i dipendenti con contratti a termine: con la fine degli incentivi voluti dal Governo Renzi si inverte dunque la stabilizzazione.
Le rilevazioni dell’ISTAT si incrociano tristemente con i dati presentati pochi giorni fa dall’INPS. Nel 2005 i più poveri di tutti erano gli over 65, circa il 4% sul totale. Nel 2015 è la classe d’età che se la passa meglio di tutti, anzi gli unici a stare meglio rispetto a dieci anni fa. Non si può dire lo stesso degli under 17, in cui la percentuale di poveri triplica, passando dal 4% al 12%. Così come accade per la classe di età tra i 18 e i 34 anni, i cui poveri sono passati dal 3% al 10%. In poche parole, le uniche due classi di età la cui popolazione in povertà assoluta supera la soglia di uno su dieci sono quelle al di sotto i 34 anni.
Alla luce di questi numeri, ci si aspetterebbe che i trasferimenti erogati dal welfare italiano siano in buonissima parte protesi a coprire questo disequilibrio. Del resto, non è forse vero che la disoccupazione giovanile lambisce il 40%, che ci sono 2 milioni e mezzo di giovani che non studiano e non lavorano, che siamo il Paese che fa meno figli in Europa e che questo creerà non pochi problemi a quegli stessi giovani di oggi quando giovani non lo saranno più?