Oltre i Dazi: Il Made in Italy è strategia, non nostalgia – Paganini non Ripete 295
Il Made in Italy non ha bisogno di retorica, ha bisogno di visione. Lo celebriamo oggi, ma dobbiamo imparare a rilanciarlo ogni giorno. La Dieta Mediterranea, simbolo globale del nostro stile di vita equilibrato, è un asset strategico per l’Italia. Anche di fronte a sfide come i dazi, che da minaccia possono trasformarsi in occasione per rafforzare il valore dei nostri prodotti. Serve più educazione, più libertà d’impresa, più tecnologia. Meno burocrazia. Perché il Made in Italy è fatto di persone – curiose, creative, intraprendenti – non di slogan.
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Oltre i Dazi: Il Made in Italy è strategia, non nostalgia
COSA SUCCEDE Oggi celebriamo il Made in Italy. Non solo come simbolo di eccellenza e creatività, ma come espressione concreta del nostro saper fare: prodotti unici, originali, difficilmente replicabili.
Dietro ogni “fatto in Italia” ci sono:
- radici artigianali,
- imprenditorialità familiare,
- gusto per il bello,
- attenzione alla qualità,
- problem solving,
- ed equilibrio come stile di vita (la vera Dieta Mediterranea).
Il Made in Italy non è solo le “3 F” (Fashion, Food, Furniture). È anche:
- la terra e i suoi frutti,
- la componentistica industriale,
- le PMI che resistono al cambiamento e a uno Stato inefficiente e invadente (lo stesso che oggi celebra il Made in Italy dopo averlo dissanguato), e che continuano a innovare.
È un sistema fatto di persone che unisce curiosità, creatività, imprenditorialità, qualità e identità.
Ma per restare competitivo, deve evolvere.
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LA DIETA MEDITERRANEA Tra i protagonisti indiscussi del Made in Italy c’è la filiera agroalimentare, sempre più centrale nell’economia nazionale.
Oggi genera quasi 335 miliardi di valore aggiunto, pari al 19% del PIL, con un fatturato di 586,9 miliardi di euro: +8,4% rispetto al 2021 e +29% sul 2015.
- In un contesto segnato da crisi sanitarie e tensioni internazionali, è stata proprio la qualità del Made in Italy agroalimentare a trainare la crescita.
PERCHÉ È IMPORTANTE Non autocelebriamoci. Il Made in Italy va tutelato e promosso.
Difendere il valore: il Made in Italy vale di più solo se sappiamo posizionarlo come tale. Serve protezione della proprietà intellettuale, industriale e dei marchi, e contrasto all’Italian sounding.
Educare alla qualità e all’equilibrio: non servono scuole di esecutori, ma di curiosi, creativi, risolutori. Servono più Maverick, meno Yes Men, con una solida cultura imprenditoriale, manageriale e finanziaria.
Investire per crescere: chi investe, anche se non è italiano, può diventare proprietario. Ma la mente e le mani devono restare italiane. Le PMI devono poter scalare senza perdere identità.
Integrare la tecnologia: non snatura il Made in Italy, lo fa evolvere.
Va integrata nei processi produttivi, creativi e organizzativi per aumentare efficienza e competitività.
Creare le condizioni migliori: lo Stato non è Made in Italy. Ma può aiutare chi lo fa, con poche regole chiare, incentivi mirati e coraggio nell’innovazione.
DAZI: DA MINACCIA A OPPORTUNITÀ I dazi sui prodotti italiani di qualità – spesso legati alla Dieta Mediterranea – sono una minaccia economica, ma anche un’opportunità strategica.
Questi beni, grazie al loro valore percepito e alla forte identità culturale, hanno una domanda meno elastica.
- Per questo, oltre a chiederne la rimozione, l’Italia dovrebbe rafforzare il posizionamento dei propri prodotti, investendo in branding, storytelling e nel legame con uno stile di vita sano e desiderabile.
L’aumento di prezzo può diventare un segnale di qualità e autenticità, capace di consolidare l’anelasticità della domanda, tutelare il valore delle esportazioni italiane e promuovere la Dieta Mediterranea nel mondo.