Giù le Mani - PNR143 paganini

Giù le Mani – PNR143 – Pietro Paganini

Perché tutelare la proprietà anche in una fase storica di Sharing Economy? La proprietà è un diritto naturale, una Libertà che promuove l’intraprendenza e quindi l’innovazione e la crescita economica. Questa settimana abbiamo presentato l’Indice Internazionale per la tutela della Proprietà 2019 (IPRI) a cui contribuisco dal 2007. Strumento eccelso. Classifica i paesi (Italia ancora male) e fornisce strumenti di analisi. 
 
Finalmente una buona notizia. Il PNR riporta la classifica di Nature dei ricercatori (per paese) che pubblicano di più a livello internazionale. Italia in cima. Bravi. E poi c’è l’Olympic Shuttle e il grattacielo più alto della Cina. Dal Vaticano il primo Rosario digitale e wearable. 
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Anche quest’anno ho contribuito alla pubblicazione dell’Indice Internazionale per la Tutela della Proprietà (IPRI) della Property Right Alliance (PRA). Lo faccio dal 2007 insieme a Competere e al For Free Choice Institute (FFC). Oltre a presentare la classifica dei paesi che più o meno tutelano, l’Indice propone dei casi studio per approfondire le diverse problematiche che riguardano la proprietà. Dopo l’analisi dell’Avv. G. Brenelli (2017), è il turno di G. Bandini che discute l’impatto dell’espansione cinese sul Made IN Italy, e quindi la questione della contraffazione. 
 
PERCHÉ È IMPORTANTE?   IPRI è uno strumento unico per dimostrare con argomenti solidi che la tutela della proprietà favorisce l’innovazione e quindi contribuisce alla crescita economica. I dati che l’Indice raccoglie ed elabora aiutano a comprendere come la proprietà possa essere meglio tutelata attraverso politiche, regole, strategie. 
 
DIRITTO FONDAMENTALE   Il diritto alla Proprietà è un diritto fondamentale sia essa proprietà fisica o proprietà intellettuale. In quanto diritto rientra nella sfera delle Libertà soggettive, la Libertà di possedere, ma anche oggettive, la Libertà di non farsi sottrarre o di non dover condividere la proprietà, per esempio di quanto prodotto dal proprio intelletto eccetto il far disporre della conoscenza scientifica
 
PROSPERITÀ   Essendo una Libertà la Proprietà favorisce l’intraprendenza soggettiva e di conseguenza promuove la produzione intellettuale e il commercio. Certamente la proprietà può restare immobile e quindi improduttiva ma come conseguenza di una scelta individuale libera. Infatti, l’accesso alla proprietà stimola l’intraprendenza mentre la mancanza di proprietà esclude qualsiasi possibilità di intraprendere. 
 
IL CONFRONTO POLITICO   dovrebbe infatti, promuovere la tutela della proprietà e, soprattutto, stimolare l’intraprendenza affinché si faccia uso di quanto si possiede o si è creato. Tutelare la proprietà con politiche che non incentivano la libera iniziativa serve a poco. 
 
LA CONDIVISIONE   Non possiamo non riconoscere il valore sociale ed economico della condivisione come fruibilità, per esempio di quanto prodotto dell’intelletto – un brevetto. Più persone hanno accesso a quella proprietà e più opportunità si generano. La condivisione resta comunque la scelta libera di chi possiede. Le politiche devono favorire la condivisione ma allo stesso tempo, tutelare la proprietà di chi ha scelta do condividere quanto ha prodotto. 
 
L’Indice 2019 indaga 127 Stati rappresentanti il 98% del PIL mondiale ed il 94% della popolazione. 
 
ITALIA IN AFFANNO   L’edizione 2019 dell’IPRI riporta un Italia al 46esimo posto della classifica mondiale con un punteggio pari a 6.1. Siamo ben distanti dagli altri Paesi del G7 (7.9 punti di media) e di gran lunga staccati dai Paesi quali la Finlandia (8.7), la Svizzera (8.5), la Nuova Zelanda (8.5), Singapore (8.4) e l’Australia (8.3) che occupano le prime cinque posizioni.
 
I PROBLEMI    L’Italia è insufficiente nella stabilità politica e nel garantire efficienza ed efficacia della giustizia civile (punteggio 5.4). Scarsi i risultati anche nella tutela della proprietà fisica (punteggio 6.1). Riesce a strappare un discreto risultato (circa 6.78) nella tutela della proprietà intellettuale grazie anche alle agevolazioni derivanti dal cosiddetto patent box. 
 
LA CONTRAFFAZIONE   è un’attività illecita che colpisce le imprese italiane per 24 miliardi di euro (dati OCSE 2016). L’ingresso dell’Italia nella Belt and Road Initiatives cinese potrebbe minacciare la tutela del know-how e del prodotto.
 
IL MARCHIO (CONTRAFFATTO) DEL DRAGONE   L’accesso dell’Italia alla nuova Via della Seta potrebbe aggravare questo fenomeno, facendo dell’Italia un punto di transito verso l’Europa per nuove merci contraffatte e danneggiando le imprese nostrane. Nel Memorandum firmato dal precedente Governo Conte l’aspetto della proprietà intellettuale è stato affrontato in modo superficiale e potrebbe essere un grave errore. Basti pensare che dalla Cina e dall’hub internazionale di Hong Kong provengono rispettivamente il 37% e il 30% dei prodotti contraffatti, che finiscono per circolare in Italia ed in Europa.
 
THE ITALIAN WAY   Il nuovo rapporto con il Dragone ha già creato tensione con gli alleati Occidentali e con la stessa Unione Europea. Le incognite sono molteplici e il caso della proprietà intellettuale è emblematico. Non c’è dubbio che un rafforzamento delle relazioni commerciali con la Cina, anche attraverso nuove infrastrutture, possa essere una grande opportunità. Tuttavia, prima di proseguire con l’accordo, è necessario stabilire con il partner asiatico degli standard di tutela della proprietà solidi e concordare attività efficaci di prevenzione e contrasto alla contraffazione, per evitare nuove minacce al made in Italy e alle nostre aziende.
Giù le Mani – PNR143 – Pietro Paganini
Image courtesy of Inventa
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