ripetizioni scuola paganini

RipetizioniPNR95 – Pietro Paganini

Immagine cortesia del NYT – Grace Heejung Kim

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La Legge di Bilancio introduce una flat tax del 15% (sostituto d’imposta) sui compensi derivanti dalle ripetizioni e dalle lezioni private. Il Governo che ha disperato bisogno di risorse vuole regolarizzare un’industria che sfugge quasi totalmente al fisco. 
In uno studio da me auspicato Giacomo Bandini e Lorenzo Castellani (2016) analizzano il mercato delle ripetizioni: il 90% delle lezioni private non sono dichiarate al fisco; il giro d’affari sommerso supera gli 900 milioni di euro l’anno.
 
PERCHÉ È IMPORTANTE?   Il mercato delle ripetizioni è il fallimento del sistema scolastico. Con questa proposta il Governo vorrebbe regolarizzare, per fare cassa, ciò che non dovrebbe esistere. Se la scuola funzionasse non si ricorrerebbe alle ripetizioni. Viene il sospetto che facciano comodo. 
 
FRODE MORALE   Gli studenti e le loro famiglie sono ricattati moralmente ed economicamente. Sono convinti a credere di avere deficienze nell’apprendimento o difficoltà nella comprensione. Sono costretti a ricorrere alle ripetizioni per passare l’anno o l’esame. 
 
NON SONO LORO I DEFICIENTI   Sono gli insegnanti. I numeri sono significativi così come i ranking internazionali, a partire dall’OECD. Tanti studenti per un giro d’affari così alto dimostrano che il problema sta in una parte – ampia – del corpo docente. Un sistema scolastico efficiente non si affida alle ripetizioni. Non si mettono in dubbio le conoscenze dei docenti, quanto la loro capacità di insegnare. 
 
LA CLIENTELA    Le ripetizioni giustificano un sistema di clientele. Gli insegnanti si prestano alle ripetizioni per irrobustire il proprio stipendio. Sono spesso in conflitto di interesse e si passano gli studenti. 
 
LO STATO CIALTRONE   vessa i cittadini. Con le ripetizioni lo Stato
  • consente agli insegnanti una seconda entrata che bilanci gli stipendi bassi;
  • spinge le famiglie a pagare la Scuola due volte (tre nel caso delle scuole private), attraverso la tassazione diretta e le ripetizioni;
  • con la nuova tassazione otterrebbe maggiori entrate a spese delle famiglie.
  • Esattamente quello che fa – immoralmente – con le accise su giochi e tabacco.
Esattamente quello che fa – immoralmente – con le accise su giochi e tabacco. 
 
Secondo Bandini e Castellani:
  • il costo orario medio delle ripetizioni private è di 27 euro;
  • agli studenti servono mediamente tra le 50 e le 70 ore di lezioni private. Ossia due ore a settimana per 6 mesi circa;
  • il costo annuo medio per famiglia è di 1620 euro all’anno (circa 324 euro al mese);
  • 9 insegnanti su 10 non dichiarano al fisco il compenso ottenuto;
  • è un volume d’affari di circa 900 milioni di euro all’anno. Il 90% è evaso.
I COMPITI   Ho già proposto di abolire i compiti. Così ha fatto la Finlandia. Qui non ci sono compiti e non si ripete. E sono in cima alle classifiche OCSE. Esattamente il nostro opposto. Le ricerche PISA più recenti piazzano gli studenti italiani dietro ai russi per tempo dedicato alle attività scolastiche fuori dalla classe tra compiti, ripetizioni a pagamento e aiuto dei familiari nello studio. Circa 12 ore alla settimana oltre l’orario scolastico. Sarebbe ora di cambiare. 
 
SUGGERIMENTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO   A differenza dei passati Esecutivi, il Governo ha colto il problema. Come i precedenti tuttavia, non è in grado di elaborare una soluzione che non sia quella di tassare il sommerso. L’idea della tassa piatta potrebbe essere utile per un periodo breve di tempo, cioè quello necessario per riformare la scuola, abolire i compiti e adottare una didattica in cui le ripetizioni non trovano spazio. Nel resto d’Europa funziona così. O forse è un sistema che conviene a tutti, insegnanti/sindacati, Stato, e purtroppo, anche le famiglie? 

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PNR