di Giorgia Andreis

La legislazione alimentare si è evoluta negli ultimi anni soprattutto in ambito UE, perseguendo i suoi due principali obiettivi:

  • la tutela della salute dei consumatori
  • la tutela della loro corretta informazione.

In quest’ottica, il legislatore ha emanato il Reg. UE 1169/11, sulle informazioni al consumatore: la norma regola la etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari ed è direttamente applicata dagli Stati membri, così assicurando la armonizzazione della disciplina.

Gli operatori del settore alimentare devono rispettare le regole previste e in particolare il dovere di rendere una informazione chiara e trasparente, che non può prescindere dalla individuazione dell’operatore che ne è responsabile, dalla evidenziazione degli allergeni, dalle indicazioni della denominazione dell’alimento, della quantità, della durata, del titolo alcolometrico per le bevande alcoliche, e, salvo eccezioni, della composizione ingredientistica e nutrizionale del prodotto.

Le etichette sono poi spesso arricchite con informazioni volontarie, per enfatizzare le peculiarità e funzionalità dei prodotti. Anche queste informazioni devono rispettare i principi di chiarezza e non ingannevolezza; in certi casi sono regolate da provvedimenti, dove sono previste specifiche condizioni di uso (si pensi alla normativa sui claims nutrizionali e salutistici supportata anche dalle interpretazioni che consentono di individuare i criteri per una sua corretta applicazione).

Peraltro, sono previsti ed effettuati dalle autorità competenti i controlli sulla conformità di presentazioni ed etichette e il regime sanzionatorio (che ricomprende anche le sanzioni interdettive e pecuniarie del Codice del Consumo) sta completandosi con la prossima pubblicazione del D.Lgs. sanzionatorio del reg. 1169.

I primi a dover conoscere e applicare questa disciplina sono gli operatori; altrimenti, si presenta il rischio non solo di violare la normativa, e quindi di non garantire una corretta informazione, ma di incorrere in possibili e più gravi conseguenze, come quella di mettere in pericolo la salute dei consumatori.

Poi sarebbe bene che anche i consumatori fossero più e meglio informati di modo da rivolgere le loro aspettative e comprendere i prodotti con consapevolezza.

Ciò aiuterebbe anche a limitare i fenomeni di allarmismi, cattiva informazione e fake, tanto attuali.

Giorgia Andreis è avvocato del Foro di Torino e socio dello Studio Avvocato Andreis e associati, con sede a Torino e a Milano, specializzato sin dalla sua fondazione negli anni ‘60 in diritto alimentare

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