di Roberto Ruggiero

Il vecchio modello organizzativo gerarchico è ormai in pensione. L’aumento della competitività e della complessità dell’ambiente socio-economico e la trasformazione digitale ormai hanno cambiato radicalmente il ruolo del buon manager che deve affermarsi come leader, pur abbandonando i processi tradizionali top-down. Sempre più simile a quello di un allenatore piuttosto che ad un comandante, il buon manager nel suo team dovrà mettere da parte ruoli e mansioni e valorizzare le capacità e i livelli di conoscenza al fine di innovare. Questa evoluzione risiede oggi sempre più nella componente umana del team aziendale che, con collaborazione e partecipazione, deve sviluppare connessioni e relazioni per costruire una comunità di attori interni ed esterni intorno ad una value proposition condivisa. Il manager della partecipazione e della collaborazione è quindi colui che riesce a coordinare un team di persone che hanno una forte indipendenza e controllo sui propri progetti. Incoraggiare la partecipazione tra gli individui e la condivisione di tutte le informazioni necessarie è utile per aumentare la flessibilità e la rapidità nella risoluzione delle problematiche di business. Vediamo insieme come il buon manager può sviluppare una cultura collaborativa.

Primo: costruire una strategia della collaborazione e della partecipazione. All’interno di un’organizzazione è comune che i dipartimenti non condividano informazioni con gli altri, considerandole proprio patrimonio o valore. Nel tentativo di abbattere le barriere che ostacolano la condivisione, il buon manager deve facilitare il processo di relazione tra dipartimenti attraverso strumenti di interazione e progetti dedicati all’Interscambio di informazioni. Per esempio, in molte organizzazioni si tende a pensare che un gruppo lavori meno o in maniera meno efficiente rispetto al proprio gruppo di appartenenza. Il manager della partecipazione ha il ruolo di informare l’organizzazione sulle attività che il proprio team sta portando avanti e dedicare del tempo a creare relazioni tra persone di gruppi differenti, favorendo progetti trasversali.

Secondo: creare una vision e degli obiettivi condivisi.  Come l’allenatore di una squadra, il manager dell partecipazione deve identificare una visione e degli obiettivi condivisi, costruendoli in stretta collaborazione con tutti i giocatori e non imponendoli come avveniva nelle organizzazioni gerarchiche. Se ogni giocatore ha avuto un ruolo nella creazione della vision si sentirà parte integrante per la sua realizzazione.

Terzo: costruire la fiducia. Il collante naturale di ogni team che si rispetti è la fiducia tra i membri del gruppo. Il miglior modo per sviluppare la fiducia è abbattere le barriere di ruolo e sviluppare nel team una comunicazione più informale. Il buon manager deve pretendere sempre una comunicazione chiara e aperta tra i membri del gruppo. Ognuno deve essere disponibile ad accettare qualsiasi punto di vista, anche i dissensi, al fine di rafforzare la relazione e accrescere il livello di fiducia nel team. Questo atteggiamento aiuterà il buon manager nella crescita di un gruppo di persone collaborative e partecipative pronte ad affrontare nuove sfide di business e desiderose di divertirsi insieme.

Il presente testo è frutto di pensieri e opinioni personali non associate al mio datore di lavoro e nessun’altra persona o azienda citata all’interno dell’articolo. Il presente testo non ha lo scopo di supportare nessuna organizzazione o promuovere alcun prodotto/servizio.”
 
Roberto Ruggiero è un professionista che opera come Sales & Marketing Manager da oltre 15 anni nel settore dell’Healthcare.
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