Il referendum sulla riforma costituzionale in Italia si terrà domenica 4 dicembre.

Gli italiani sono chiamati a votare un referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma della costituzione che porta il nome dell’attuale ministra Maria Elena Boschi, che ne è stata la promotrice insieme al governo di Renzi.

Cosa prevede la riforma in cinque punti:

Riforma del Senato e fine del bicameralismo perfetto. La riforma si propone di superare il bicameralismo perfetto che caratterizza l’assetto istituzionale italiano. La camera dei deputati diventa l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto e l’unica assemblea che dovrà approvare le leggi ordinarie e di bilancio e accordare la fiducia al governo. I Senato, in questo modo, si trasforma in un organo rappresentativo delle regioni e sarà composto da cento senatori al posto dei 315 attuali.

Elezione del presidente della repubblica. All’elezione del presidente parteciperanno solamente le camere in seduta comune.

Abolizione del Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro.

Titolo V della costituzione e competenze stato/regioni. Con la riforma, una ventina di materie tornano alla competenza esclusiva dello stato.

Referendum abrogativo e leggi d’iniziativa popolare. Il quorum che rende valido il risultato di un referendum abrogativo resta sempre del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto, ma se i cittadini che propongono la consultazione sono 800mila, invece che 500mila, il quorum sarà ridotto: basterà che vada a votare il 50 per cento più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche, non il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Per proporre una legge d’iniziativa popolare non saranno più sufficienti 50mila firme, ma ne serviranno 150mila.

Il referendum di dicembre non può e non deve avere un impatto economico sul nostro paese, e di conseguenza la Legge di bilancio non deve fungere da traino politico affinché ciò avvenga. Ne ho parlato oggi a Studio24, ospite di Roberto Vicaretti.

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PNR