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Lotta al PopulismoFormiche.net – Raffaello Morelli e Pietro Paganini

Nuovi argomenti per smontare l’autolesionismo di chi si oppone al populismo con le vecchie logiche anti cambiamento. Così con Raffaello Morelli smontiamo le argomentazioni Alesina Giavazzi con un pezzo sulla rivista Formiche. L’articolo integrale è disponibile qui.

Qui sotto alcuni stralci.

“Raffaello Morelli e Pietro Paganini rispondono all’editoriale di Alesina e Giavazzi sulla manovra di governo, in cui si seguono “tesi economiche tradizionali senza interrogarsi né sugli esiti concreti delle politiche degli ultimi anni né sui cambiamenti d’impostazione che il governo vuole introdurre””

 

“I due professori riducono la questione dei nuovi parametri combinati tra età e contributi pagati, al mettere a carico di chi produce il peso di mantenere chi va in pensione 20 anni dopo (il che è vero solo nella misura in cui lo Stato è stato inadempiente e non ha accantonato le pensioni come avrebbe dovuto fare da tempo); evocano il fatto che il ricambio generazionale al lavoro non aumenta di per sé la forza lavoro complessiva, che resta tra le più basse tra i Paesi industrializzati (situazione non attribuibile a chi governa da 4 mesi); aborrono il penalizzare gli investimenti all’estero (solo che l’utile all’estero non tocca direttamente la crescita in Italia). E poi sono sferzanti contro i provvedimenti emblema del governo gialloverde. Concepiscono il reddito di cittadinanza come sussidio di disoccupazione permanente e ritengono la cosiddetta pace fiscale un perdono agli evasori.”

 

“Non basta. Insieme a queste valutazioni pregiudiziali, non si tiene neppure conto di aspetti cornice che riguardano la situazione italiana. Nessuno si pone il problema della forte differenza dello spread italiano rispetto a quello del Portogallo (più di 150 punti) e a quello della Spagna (più di 200 punti) del tutto non giustificati in tale misura, seppur diversamente, dai rispettivi dati economici. Oppure, quando si dice che non si investe abbastanza in opere pubbliche per il rilancio, senza ricordare che da tre quattro anni sono stanziati e disponibili 118 miliardi di euro per opere strutturali, lasciati fermi. Nessuno si pone il problema dell’esistenza di un recente documento su una nuova prospettiva europea preparato dal ministro Savona, critico sull’austerità ma insieme costruttivo. Nessuno si altera perché diversi mezzi di comunicazione annunciano che la prevista pace fiscale farà mancare più di 3,5 miliardi al gettito fiscale nei prossimi mesi, come se una questione di cassa fosse una questione di conto economico. Insomma, l’obiettivo non è far capire veramente le cose ai cittadini, ma impressionarli.”

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PNR