protezionismo
Protezionismo Back to the 30s – Pietro PaganiniPNR78
Secondo te siamo tornati agli Anni Trenta? C’è il rischio di una nuova e sanguinosa recessione? Per fortuna mancano alcune delle condizioni che hanno portato al conflitto mondiale. Ma il rischio di un tonfo economico c’è? No, non voglio fare il gufo, i segnali purtroppo ci sono. Facciamo attenzione, dobbiamo impegnarci perchè questo non avvenga. Per iniziare dobbiamo mettere fine a questa spirale protezionista le cui conseguenze possono essere solo drammatiche.
In proposito vedi l’editoriale per il Sole 24 Or La Liberaldemocrazia non è in Crisi
PERCHE’ E’ IMPORTANTE?   la guerra dei dazi tra USA-Cina-Europa potrebbe portare ad una nuova recessione economica. Conosciamo quale potrebbe essere l’impatto di un ulteriore e ravvicinato rallentamento dell’economia fin verso una ulteriore stagnazione, che giungerebbe a meno di un decennio dalla devastante crisi del 2012 (2008 negli USA). Gli analisti americani sono molto pessimisti, compresi i loro colleghi della Borsa. Le imprese, soprattutto quelle grandi, hanno paura. Lo scetticismo rischia di travolgere l’economia diramandosi a tutti i livelli della società.
CRISI GLOBALE   non sarebbe più una crisi limitata a poche ma importanti nazioni, perchè coinvolgerebbe – in questa spirale, appunto – tutti i paesi, piccoli e grandi che, ormai, concorrono nel mercato globale. 
ARMA NEGOZIALE   Il Presidente Trump ama negoziare su qualsiasi cosa. Così usa i dazi come strumento di ritorsione nei confronti della Cina e dell’Europa (con ragioni diverse), per affermare il primato degli USA.
CON I DAZI NON SI SCHERZA   la storia insegna che i dazi e strumenti affini possono essere molto efficaci in sede contrattuale, ma possono essere anche molto pericolosi, soprattutto in un contesto di crescente populismo. Tu imponi tariffe a me, io le impongo a te ma anche ad un terzo, il quale reagirà contro tutti e due. 
LA GUERRA   le guerre commerciali possono sfuggire di mano, come la storia insegna, portando a conflitti tra paesi, soprattutto quando la confusione politica continua  a regnare. PER FORTUNA  rispetto agli anni trenta del secolo scorso i leader sono molto diversi. 
PAZZI MA MOTIVATI   allora il populismo nazionalista, soprattutto europeo, era comandato da figure fomentate da un’idea precisa del mondo. Alcuni di quei leader si sono rivelati degli assassini e dei criminali, ma avevano – ahinoi – una chiara visione di come il mondo sarebbe dovuto essere. Per fortuna hanno fallito, ma il prezzo è stato altissimo, come sappiamo. Grazie a chi ha dato la vita per liberarci. 
E OGGI?   I comandanti di oggi si limitano a scimmiottare le aspirazioni nazionaliste ed egemoniche di allora. Per fortuna, non hanno quell’idea del mondo, si fermano agli slogan e alle sceneggiate*
MA I CITTADINI LI SOSTENGONO   il protezionismo ci spaventa, ma apparentemente strappa consensi (brutto segno). Trump è stato abbandonato dalle grandi aziende che aveva conquistato con il maxi taglio fiscale, ma guadagna consensi tra gli elettori (90% dei repubblicani). Così i nostri comandanti europei. 
PIU’ MOSTRANO I MUSCOLI   che non hanno e più guadagnano consensi tra gli elettori (almeno stando ai sondaggi) e più l’economia rischia di cadere. Non sono le ELITE questa volta a far crollare le borse, ma i fatti. 
IL PROTEZIONISMO   illude di proteggere l’economia. Nei fatti penalizza i consumatori e, in un (meraviglioso) contesto di concorrenza globale colpisce anche le imprese, grandi e piccole. I dati e la storia sono li a dimostrarlo. 
GUERRA DEL GRANO E DEL RISO   in italia abbiamo cominciato con la SCIAGURATA GUERRA DEL GRANO che con grande dispiacere, ha registrato la totale resa delle imprese italiane, supine alle decisioni folli del Governo, quello di prima, ed alle lobby degli agricoltori. Furbescamente le stesse aziende stanno aggirando il boicottaggio dell’OTTIMO GRANO CANADESE acquistandolo altrove. I consumatori ci rimetteranno e rimarranno con il dubbio
CON IL RISO INVECE LE COSE POTREBBERO ANDARE MALE   il boicottaggio del riso asiatico penalizzerebbe la qualità, il prezzo, e la libertà di scelta di noi consumatori. Premierebbe un settore senza che questo possa darci di più di quanto già fa. I paesi asiatici non ne risentirebbero molto, perché andrebbero a vendere altrove, ma certamente se la prenderebbero con noi su altro. Ecco la spirale. Del riso parleremo a breve, per dimostrare i danni del protezionismo. 
NON SIAMO NEGLI ANNI TRENTA   ma il rischio di una spirale recessiva c’è. Facciamo attenzione a giocare con i dazi, soprattutto quando non si sa cosa altro fare.
 
*Mao nuotò nel fiume, i narcos si fanno ritrarre con le proprietà dei rivali, e il nostro Macho che ci fa in piscina?
Protezionismo: Back to the 30s – Pietro PaganiniPNR78
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