di Maria Serra

Giuseppe De Lillo si è spento a 43 anni. Ripeteva spesso parafrasando un motto dannunziano: “Siamo ricchi solo di quello che abbiamo donato”.

L’esperienza del dono, escludendo l’aspetto puramente materialistico secondo il quale svolge una funzione universale per lo più celebrativa, è un percorso più profondo, spesso anche difficile, che intraprende solo chi vuole riflettere e cogliere la differenza che passa tra donare qualcosa e donare un po’ di se stessi. Per quanto mi riguarda è l’unico approccio che può aiutarci a cogliere il significato più intimo della cultura del dono. Non intendiamo qui dire che le opere non siano altrettanto necessarie, ma se a queste non si affianca anche una vera e propria vicinanza fisica ai problemi, omettiamo un passaggio significativo che va oltre il simbolo e mette al centro l’uomo.

C’è chi è riuscito in questo percorso e l’ha reso esempio per gli altri. E’ la storia di un amico che la comunità, la città di Roma dove è nato e vissuto, il Paese ha perso. Un uomo di soli 43 anni che, fin dall’adolescenza, ha vissuto la propria vita in funzione degli altri, dei più deboli, donando se stesso, il proprio tempo, la sua professionalità, fintanto attingendo dalle sue disponibilità economiche, per dedicarsi incondizionatamente ai più fragili e per sensibilizzare questo mondo dove va tutto così veloce, a ritrovare anche il senso più umano della nostra esistenza.

Passando per la sua intensa esperienza di noviziato che sicuramente ha rappresentato un passaggio importante di crescita, ho visto all’opera Giuseppe in tante occasioni e in diversi ambiti. La politica, una grande passione e vissuta nel suo significato più alto, ma non ultime al Sert di Villa Letizia a Roma dove gravita tanta umanità disperata, tossicodipendenti, psichiatrici che hanno trovato ristoro e comprensione nella mano tesa e nell’orecchio attento del dott. Giuseppe De Lillo, così come con l’Associazione #Natale365, una sua creatura. Abbiamo scritto insieme progetti, trascorso intere serate con tanti associati per suddividerci ogni 25 del mese tra piazza San Pietro e i bambini oncologici dell’Associazione Andrea Todisco di Roma. Ma la sua attività non si esauriva nel territorio romano. Era riuscito a portare le sue idee e le sue opere anche nelle Marche, coinvolgendo tanti amici della terra d’origine della sua famiglia dove il prossimo aprile avrebbe avuto luogo una importante manifestazione.

Non più tardi della scorsa estate mi parlava di un progetto che, nel suo immaginario, avrebbe dovuto mettere in evidenza le buone notizie che prendono vita e si alimentano grazie alla partecipazione e all’entusiasmo di tanti uomini e donne che restano nell’anonimato, pur contribuendo alla costruzione di qualcosa di bello e di buono. In un’epoca dominata da una informazione che predilige le notizie di cronaca nera, il mio amico Giuseppe è stato davvero una testa lungimirante visto che proprio recentemente è stato il grande gruppo del Corriere della Sera a presentare il primo settimanale ‘Buone Notizie – L’Impresa del Bene’ per dare voce ad un sistema virtuoso, quello del volontariato, che comprende più di 300.000 organizzazioni e coinvolge oltre 7 milioni di cittadini che dedicano tempo all’impegno in tutti gli ambiti: assistenza, salute, accoglienza, istruzione, welfare, sport, cultura, attività produttive, tutela del paesaggio.

Le lacrime di tutti noi, centinaia di amici e conoscenti che la chiesa non riusciva a contenere per il suo ultimo saluto, devono lasciare il posto al suo insegnamento e alla prosecuzione della sua opera attraverso la quale potrà continuare a vivere. E’ il nostro dono, insieme alla riconoscenza morale per quello che hai rappresentato e rappresenti. Ciao Giuseppe.

“Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po’ di se e si porta via un po’ di noi. Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla”

Jorge Luis Borges

 

Il presente testo è frutto di pensieri e opinioni personali non associate all’amministratore del sito e nessun’altra persona citata all’interno dell’articolo. Il presente testo non ha lo scopo di supportare nessuna organizzazione o promuovere alcun prodotto/servizio.

Author

PNR