Di Marco Bertagni

E’ giusto annoverare Cristoforo Colombo tra i grandi viaggiatori? E se fosse stato l’esatto opposto del viaggiatore modello? D’accordo sullo spirito di avventura, ma era anche un prezzolato che impose, spesso con la forza, la cultura dei suoi mandatariMarco Polo, che pure aveva interessi commerciali, viaggiava per scambiare idee, per connettersi con altre culture, rispettandole; osservava e non giudicava, era open-minded. Nella Commedia dantesca, Ulisse esortava i compagni, dopo il ritorno ad Itaca, a  non arrendersi alla stanchezza e a continuare a cercare, al di là delle colonne d’Ercole: “Fatti non fummo per viver come bruti ma per cercare virtute e canoscenza”.

Senso del rispetto e sete di conoscenza come i due preziosi compagni di viaggio da mettere sempre in valigia.

E poi partire, senza indugi! Lanciare sguardi multi-prospettici e scevri da pregiudizi sul Mondo, esaminare la natura e i fenomeni umani con lo spirito poliedrico di una persona che ha voglia di sapere, di cogliere il genius loci, di meravigliarsi e di vivere le proprie emozioni, senza paura! Il viaggio come momento maieutico per conoscere se stessi, come elemento cardine di conoscenza non-mediata della Terra e come strumento insostituibile per comprendere le dinamiche umane su di essa, ovvero per fare geografia.

Proviamo ad abbandonare le strade già percorse, ad uscire dagli schematismi. Rifuggiamo dai luoghi comuni e cerchiamo il bello in ogni luogo, anche in quelli comuni e in ogni persona che incontriamo, allarghiamo i nostri orizzonti per poi restringerli, perdiamoci, per poi ritrovarci, impariamo a non dare nulla per scontato e che è eraclitianamente impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume.

Lasciamoci andare ad un’avventura tra realtà e immaginazione, al viaggiare filosoficamente, alla percezione sinestetica, al fluire delle acque del nostro Fiume della Vita,  alla ricerca della felicità e di una maggiore consapevolezza e mindfulness, al camminare sul filo della geografia delle emozioni. Usciamo dalla nostra comfort zone per esprimere le nostre potenzialità seguendo le nostre inclinazioni.

Viviamo!

Viaggiamo, senza sosta, senza meta, senza tempo, per diventare… quello che siamo, per esplorare i nostri paesaggi interiori immersi in evocative geografie reali, per godere della bellezza terapeutica dell’inseguire i propri sogni.

 

“Alla fine era soltanto uno che si era perso”

(scritta anonima i piedi della statua dedicata a Cristoforo Colombo a New York)

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PNR