Attratti dal clima, dal costo della vita inferiore, da interessanti trattamenti fiscali, sono sempre di più i pensionati italiani che emigrano. Medici, avvocati, ma anche impiegati e operai, il sogno è per tutti lo stesso: vivere meglio con la propria pensione. Sono già 470mila i pagamenti che l’Inps spedisce oltre confine: perché ci sono dei paesi dove la loro pensione ‘lievita’ miracolosamente, grazie al potere d’acquisto diverso.

Nel 2014 i pensionati espatriati sono aumentati del 40%. Legittimamente, percepiscono una cifra vicina al lordo della loro pensione e vivono in Paesi che hanno un costo della vita inferiore rispetto al nostro. Le istruzioni dell’Agenzia delle entrate per i residenti all’estero prevedono che i redditi da pensione siano tassati in Italia, tranne che nei Paesi dove ci sono accordi contro la doppia imposizione. Alcuni Paesi hanno visto bene di fare concorrenza al fisco italiano e hanno abbassato l’aliquota sulle pensioni, attirando soprattutto i nostri pensionati. Iscritti al registro dei residenti all’estero anche loro. Nessuno li può accusare di evadere tasse, ma di elusione, magari, sì. Ad esempio se solo la residenza è all’estero mentre la dimora dovesse risultare ancora in Italia.

Senza contare che, con la nuova norma, si potrà creare una banca dati che il fisco potrà utilizzare in caso di una stretta sui pensionati emigrati. Non è fantascienza. Qualche tempo fa il presidente dell’Inps Tito Boeri segnalò l’alto costo per le casse pubbliche del fenomeno e propose di ricalcolare gli assegni dei pensionati all’estero, tagliando la parte retributiva.

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PNR