La generazione del posto fisso non esiste più. Di fronte al cambiamento epocale del mondo del lavoro la classe politica sembra non rispondervi in maniera pronta ed adeguata. E’ necessaria una struttura didattica nuova dal momento che oggi il sapere è un sapere condiviso, e la nozionistica scolastica non serve più a nessuno, tanto meno a dei giovani studenti con cui bisognerebbe, invece, lavorare al fine di sviluppare un senso critico autonomo. La scuola deve alimentare la creatività, incoraggiare la curiosità, premiare l’intraprendenza, solo in questo modo possiamo mettere i nostri giovani nelle migliori condizioni per affrontare un mondo del lavoro in costante trasformazione.

La vera riforma del lavoro è la riforma della scuola. E’ arrivato il momento di accantonare il vecchio paradigma scolastico delle lezioni frontali, in cui l’insegnante fornisce informazioni che lo studente assimila passivamente. Poniamo ai nostri giovani problemi che debbano risolvere, con pazienza ed estro, senza timore di sbagliare ma con lo stimolo a fare sempre di più e a farlo meglio.  Anche le aziende hanno modificato il registro. Nello scegliere un giovane candidato per una posizione aperta, ci si affida alle sue capacità pragmatiche nel risolvere problemi, nel fare gioco di squadra e nel proporre idee sempre nuove ed originali. La questione, pertanto, non si può limitare a come creare nuovi posti di lavoro, ma a quali posti di lavoro creare. 

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PNR