Bloomberg, 27 aprile 2017

Lo scontro tra Uber e il maggiore sindacato dei tassisti italiani, potrebbe avere conseguenze così ampie da interessare anche l’Unione Europea.

Unica-Filt CGIL, il sindacato dei tassisti italiani critica da anni il servizio di ride-hailing offerto da Uber. La sua azione di lobbying ha fatto sì che nel 2015 UberPop – ossia il servizio basico di Uber che permette a chiunque di garantire un passaggio con la propria automobile – venisse vietato. Successivamente a questa “vittoria” il sindacato ha acceso i riflettori su Uber-Black, attraverso il quale gli utenti dell’app possono prenotare viaggi in limousine.

A febbraio, i tassisti italiani hanno indetto uno sciopero di diversi giorni che ha congestionato le maggiori città italiane. La richiesta era di sottoporre gli autisti di veicoli Uber-Black alle medesime condizioni imposte agli autisti di servizi più tradizionali, ossia l’obbligo di tornare ad una stazione centrale tra una chiamata e l’altra. Un portavoce di Uber, parlando con Bloomberg ha confermato che in questo modo la funzionalità dell’app in quanto tale diventerebbe inefficace, danneggiando la competitività.

Successivamente, il 7 Aprile, un tribunale di Roma ha confermato la “sleale concorrenza” del servizio di Uber-Black rispetto a quanto offerto dai tassisti, minacciando di sanzionare la compagnia per 10.000 euro per ogni giorno di operatività successiva al 17 Aprile, ossia dieci giorni dopo la sentenza del giudice. Oltre ad Uber-Black, sono stati sospesi anche i servizi di Uber-Lux e Uber-Van.

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PNR