Il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), del primo ministro uscente conservatore Mark Rutte, ha vinto le elezioni politiche che si sono tenute ieri in Olanda. A spoglio delle schede quasi ultimato, il VVD ha ottenuto il 21,3 per cento dei voti, mantenendo un ampio vantaggio sul Partito per la Libertà (PVV), il movimento xenofobo di Geert Wilders che era dato tra i favoriti durante la campagna elettorale. Il PVV ha comunque ottenuto il 13,1 per cento dei voti ed è il secondo partito nel paese.

Festeggiando la vittoria del suo partito, che con ogni probabilità implicherà la sua conferma come primo ministro, Rutte ha detto che i Paesi Bassi “hanno respinto il populismo”, facendo riferimento al partito di Wilders, che aveva condotto una campagna elettorale molto dura, soprattutto sull’immigrazione.

Nel Bel Paese secondo i giornali, venerdì prossimo il governo presenterà una proposta per modificare il funzionamento dei voucher, i famosi buoni che si possono usare per pagare lavori occasionali. I voucher sono al centro di un referendum che si terrà il prossimo 28 maggio e con cui la CGIL, il principale sindacato italiano, chiede la loro completa abolizione. La modifica che il governo vuole introdurre potrebbe portare all’annullamento del referendum che se si svolgesse regolarmente sarebbe un grosso rischio politico per il Partito Democratico: perché rischia di coalizzare tutte le forze politiche di opposizione, da Forza Italia al Movimento 5 Stelle, e di portare quindi a un risultato simile a quello del referendum costituzionale del 4 dicembre.

Ne ho parlato a Studio24, su Rainews.

Guarda l’intervento qui

Author

PNR