Londra vuole diventare un porto franco e attirare i miliardari del mondo.
La Brexit serve a questo:
– attirare la finanza cinese, e quella islamica;
– favorire il fin-tech;
– e il trading delle energie pulite’

Un centro off-shore collegato con le altre capitali d’Europa catturerebbe il mercato del private banking. L’Europa cosa pensa di fare? Solo un accordo tra le metropoli continentali può limitare lo strapotere londinese. Amsterdam, Barcellona, Berlino, Francoforte, Madrid, Milano e Parigi devono organizzarsi istituendo una rete di città specializzate, ciascuna in grado di attirare investitori e visitatori.

E l’Italia? In questo scenario solo Milano è – ancora – in grado di competere con Londra e con il resto delle capitali della UE.  La Brexit è un’opportunità per Milano. Conquistare l’Agenzia Europea dei Medicinali sarebbe un successo, ma resta un obbiettivo poco ambizioso. Dopo aver inspiegabilmente rinunciato all’Autorità Bancaria cedendola presumibilmente a Francoforte, Milano dovrebbe continuare a puntare alla finanza, per esempio al mercato dell’Euro Clearing che deve forzatamente lasciare Londra. L’indotto per Milano sarebbe importantissimo.

E la Burocrazia? Superata. La Consob ha instituito in estate l’arbitro per la conciliazione finanziaria, mentre il comune con il sostegno del Governo potrebbe finalmente adottare un Gruppo di Interesse Economico (GEIE),
consentendo agli operatori commerciali e finanziari di lavorare oltre frontiera usufruendo di un protocollo di autoregolamentazione e giustizia privata come previsto dalla legislazione europea che snellirebbe la burocrazia e faciliterebbe i rapporti contrattuali. Se poi si riuscisse finalmente a riconoscere la condizione di Milano Città Stato tutto sarebbe ancora più facile.

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PNR